LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera:
“Buongiorno,
vorrei scrivere poche righe per segnalare, se ce ne fosse la necessità, la totale incuria dei parchi pubblici della nostra città che, allo stato attuale, fanno veramente pena per strutture presenti ormai fatiscenti e pulizia ai limiti della vergogna. Ovviamente questa comunicazione è stata inviata anche al Comune di Lecco e sono in attesa di notizie in merito.
Io abito nel rione di Pescarenico, precisamente in via Corti e, nello specifico segnalo lo stato del parco che si trova in via Fra Galdino dove, oltre ad essere stati rimossi già da anni i giochi per i bimbi senza alcuna sostituzione, qualche delinquente maleducato ha pensato bene di lordare con bottiglie di birra e carte varie il prato e infine distruggere anche una delle cinque panche presenti.
Vi invito a fare una visita nel parco. Alla fine il pensiero è sempre lo stesso, che è nella testa di molti ma a cui nessuno riesce a dare risposta.
Perché i parchi non vengono sorvegliati ad esempio tramite telecamere? Ne basterebbero poche, un paio a parco, e ciò servirebbe a perseguire chi commette dei reati verso il bene pubblico.
Sono stati spesi dal Comune decine di migliaia di euro per il progetto “Telecamere Intelligenti” per il sistema di controllo delle targhe degli autoveicoli e si lasciano invece nell’indigenza e nella più completa devastazione e desolazione i nostri parchi. Non possiamo mettere le telecamere? Chiudiamo i parchi con una recinzione e evitiamo l’accesso ai balordi nelle ore notturne.
Perché i genitori lecchesi per trovare un parco decente in cui far giocare i bambini sono costretti ad andare in altri comuni come ad esempio Pescate, Garlate, Valmadrera dove ciclicamente le strutture vengono sostituite e il verde manutenuto? Probabilmente in quei Comuni è più forte il senso di civiltà che nel lecchese?
Sento sempre tante parole belle parole, ma alla fine quello che conta sono i fatti, e purtroppo quelli mancano sistematicamente, o meglio mancano in tutto ciò che non di interesse per chi lo sta gestendo in quel momento. Se non vedo lo posso ignorare, tanto non è un problema che mi tocca personalmente.
Convincetemi del contrario, se qualcuno se la sente di parlare, ma non a parole, con i fatti”.
Ing. Nicola DELL’ORO