Da quando è stato attivato (settembre 2010) a oggi, allo sportello Anti-stalking di Lecco si sono rivolte 81 persone, l’86% delle quali sono donne e il rimanente 14% uomini. Questo il primo dato emerso dall’analisi statistica fatta da Stefania Bartoccetti fondatrice di Telefono Donna, associazione che si occupa dello sportello realizzato in collaborazione con Ospedale di Lecco e Asl. Dati che sono stati presentati venerdì mattina alla presenza del direttore generale dell’ospedale di Lecco Mauro Lovisari, dell‘assessore regionale alla Famiglia Giulio Boscagli, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Tenente Colonnello Marco Riscaldati e il vice questore vicario Filippo Guglielmino.
Proseguendo con l’analisi effettuata da Telefono Donna è emerso che: l’età delle vittime per il 51% oscilla tra i 25 e i 45 anni, per il 35% oscilla tra i 45 e i 65, l’8% tra i 18 e i 25 anni, mentre il 5% sono over 65, l’1% under 18.
Per quanto concerne lo stato civile delle vittime il 40% è coniugata/o, il 30% divorziata/o, 22% nubile/celibe, il 4% convivente e sempre il 4% vedova/o.
Le vittime per la maggior parte sono impiegate/i 65%, disoccupati/e il 10% così come i pensionati/e , mentre libera/o professionista l’8%, casalinghe il 4% e studenti il 3%.
Atro dato interessante, il Paese di origine delle vittime: sono italiane il 93%, africane il 4% e americane il 3%.
Percentuali simili anche per quanto concerne il paese di origine dell’aggressore: italiani il 92%, africani il 4% e americani 4%.
Per quanto riguarda la relazione della vittima con il suo aggressore, si evince che il 55% sono ex partner, il 26% conoscenti, 9% familiari, il 6% vicini di casa e il 4% colleghi o datori di lavoro.
L’analisi dimostra anche la condizione lavorativa dell’aggressore per il 62% occupati, il 28% disoccupati, 6% studenti e il 4% pensionati.
Per quanto riguarda il comportamento pericoloso dell’aggressore emerge che il 47% usa la forza fisica e le percosse, il 24% minaccia la vittima di morte, stessa percentuale per chi usa minacce gravi a familiari e amici, mentre il 5% detiene armi. L’80% delle vittime non ha avuto familiarità con la violenza mentre il 20% sì.
Di tutte le vittime che si rivolgono allo sportello Anti-Stalking, il 40% chiede aiuto psicologico, il 34% chiede consulenza telefonica, il 15% consulenza legale o psicologica e l’11% legale.
Ovviamente lo Sportello è legato a doppio filo con le Forze dell’Ordine tant’è che sono state effettuate 2 richieste di ammonimento, 6 denunce alla Polizia e 3 ai Carabinieri nonché 10 invii al consultorio e 3 al Cps.
“Con questa iniziativa – ha spiegato Lovisari – vogliamo dare un segnale netto schierandoci dalla parte delle persone che sono colpite da questo reato che alle vittime comporta problemi seri, sia mentali che fisici. Perchè è ormai evidente e chiaro a tutti che lo stalking incide sulla salute dei cittadini. Lo sportello ha due punti di forza: garantisce l’anonimato alla vittima che decide di denunciare questo reato e questo tranquillizza di più la persona che grazie a questo servizio ha inoltre accesso agli specialisti vanno a intervenire sul danno psicologico”.
Il Tenente Colonnello Riscaldati ha ricordato che l’Arma sta monitorando da due anni questo “nuovo fenomeno, un reato che mancava al nostro codice penale”. Il comandante provinciale ha poi spiegato: “I reati di questo tipo compiuti a Lecco, ma anche altrove, vengono sempre comunicati anche a Roma al reparto di analisi criminale di recente istituzione. Reparto utilizzato anche per i casi di Sara Scazzi e delle tre prostitute trovate morte in Valsassina e in Valvarrone”.
Il Tenente Colonnello ha proseguito il suo intervento snocciolando alcuni numeri: “Ho allargato l’osservatorio anche negli anni passati quando è nata la legge per lo Stalking, rilevando che in Provincia di Lecco negli anni 2009, 2010 e 2011 si è proceduto all’arresto di 8 persone Stalking. Nel 2009 furono 6, nel 2010 un solo arresto così come per questa parte del 2011. Tutti i casi di Stalker riguardano relazioni sentimentali che si sono interrotte o stanno vivendo momenti di travaglio. Vi sono inoltre denunce per violenze casi che non si possono definire Stalking ma rientrano comunque in un contesto di persecuzione e in questo caso i numeri sono molto più consistenti, ne triennio 2009-2011, si registrano 72 casi, suddivisi in maniera omogenea: 20 nel 2009, 32 nel 2010 e 20 nel 2011. Va inoltre ricordato che nella maggior parte dei casi gli autori sono italiani. La partecipazione straniera in questo tipo di reato è marginale e questo lo dico anche per sfatare alcune opinioni nei confronti di certe culture che hanno una visione della donna diversa da quella occidentale”.
In chiusura il Comandante ha evidenziato una lacuna legislativa inerente l’Ammonimento: “L’aggressore in questo caso viene richiamato, ammonito. Ma a oggi non si sa che durata abbia questo ammonimento. Punto a mio avviso di estrema importanza perchè l’ammonizione implica a fronte di ulteriori persecuzioni si aprono conseguenze di un certo tipo”.
Guglielmetti ha ricordato il “numero oscuro di reati – tante ha spiegato – sono ancora le vittime che non denunciano per varie ragioni”.
L’assessore Boscagli ha infine sottolineato l’importanza delle “sinergie messe in campo da Telefono Donna, Ospedale, Asl, Forze dell’Ordine e Istituzioni. Cercare di rispondere ai bisogni della cittadinanza attraverso la collaborazione è il modo migliore per ottenere ottimi risultati”. Quindi Boscagli ha sottolineato come, a fronte dei dati emersi, “il reato di Stalking nasce dalla rottura di un legame che spesso è la famiglia. E per far fronte a questo problema è necessario un grande sforzo collaborativo anche sotto l’aspetto della formazione”.