Una scena da arancia meccanica, con sangue dappertutto, pugni e calci. Ieri pomeriggio in via Pozzoli a Lecco. E’ in questo scenario che i sanitari del 118 si sono trovati all’improvviso ad operare alle 3 e mezza del pomeriggio. Si trattava di volontari e team dell’automedica impegnati dalle 9 del mattino a correre sulle emergenze. Prima di arrivare in via Pozzoli erano stati a Colico, avevano salvato una persona con un infarto in corso a Introzzo -nelle montagne della Valvarrone – e si trovavano casualmente a Lecco proprio per questo motivo. L’altra (e unica per Lecco e d’intorni) automedica era impegnata sull’incidente del san Martino, così è toccato alla squadra di Bellano di andare in soccorso alla persona, che poi alla fine è risultata con una ferita a un polso.
Quando sono arrivati già la scena era impressionante, sangue sulle pareti, sul soffitto e un uomo riverso a terra.
A parte la forte preoccupazione delle familiari del ferito, la situazione pareva tranquilla. Ma quando il personale sanitario si è avvicinato per prestare soccorso, l’uomo sul pavimento si è rianimato. Non si sa se per spavento, confusione o rabbia ha reagito (male) all’aiuto. L’infermiere si è preso una ginocchiata sul fianco. In ogni caso vista la mal parata i sanitari si sono dati alla fuga e in questo frangente una volontaria è stata raggiunta dall’uomo, un calabrese.
E’ partita, perciò la telefonata alle forze dell’ordine per chiedere aiuto, ma lì per lì la prima proposta pare sia stata l’invio della Polizia locale. Così è trascorso del tempo fino a quando non sono arrivati i carabinieri e successivamente pare anche la Polizia. A parlare con Questura e Carabinieri non è emerso chiaramente chi abbia ricevuto per primo l’s.o.s. Il capitano Motta del comando provinciale dei carabinieri di Lecco afferma che la pattuglia è intervenuta: “In quattro minuti dalla chiamata in centrale”. Il funzionario Vozza della Questura di Lecco dice di aver accertato che: “Operativamente tutto da parte nostra è stato regolare, grave sarebbe stato se nessuna forza dell’ordine fosse arrivata”.
Comunque sia andata, alla fine l’infermiere ha preferito non farsi medicare. Forse perché non è poi così raro per chi è in prima linea trovarsi in frangenti del genere e quindi anche ammaccati si lascia perdere. Per la volontaria invece c’è stato il trasporto in ambulanza in ospedale e il controllo al pronto soccorso, non vi sono state fratture.
Nonostante tutto il medico e i volontari di Bellano sono dovuti ripartire verso Mandello dove li attendeva una nuova emergenza e da lì poi ancora a correre fino a Esino Lario, paese che si trova in alto sullo spartiacqua tra la riviera e la Valsassina. Lassù c’era l’uomo che voleva fotografare il satellite Uars in caduta/rientro sulla atmosfera (vedi articolo in proposito) smontando il proprio tetto.
Ed è lì alle otto e mezza di sera, dopo quasi dodici ore consecutive di lavoro piuttosto delicato, che una giornata di ordinaria emergenza botte comprese si è conclusa.