Bandiere padane al Giro di Lombardia: la replica di Pasquini (Lega)
Gent. Direttore,
mi permetto d’intervenire per una doverosa replica alle chiacchiere fatte a mezzo stampa dall’esponente lecchese dell’Italia dei Valori Ezio Venturini, che ha criticato la massiccia presenza di bandiere della Padania e della Lombardia nella parte di tracciato precedente all’arrivo del Giro ciclistico di Lombardia conclusosi Domenica 17 Ottobre sul Lungolago Isonzo a Lecco. E’ bene anzitutto precisare che il consigliere dipietrista gioca con le parole, confondendo volutamente (o forse per mancata conoscenza) il drappo leghista recante il Guerriero lombardo Alberto Da Giussano (insegna politica) con quello col Sole delle Alpi e con la Croce di San Giorgio, che certamente appartengono, quale patrimonio comune, alla Comunità nazionale Padana e Lombarda. Dispiace leggere di una sua presa di posizione fuori tempo e fuori luogo, peraltro mai richiesta da alcuno, su delle insegne che legittimamente sventolavano fra gli apprezzamenti generalizzati dei presenti che incitavano i Padani dicendo “Più in alto la bandiera, che ne veda tante di bandiere il Presidente italiano Napolitano, quello che dice che non esiste la Padania!”. Non ripeta il grave errore dell’uomo del Colle el sciur Venturini: è comprensibile che essendo costretto a constatare l’assenza pressoché totale di drappi tricolori (ne hanno visto uno, piccolo, solo e abbandonato) e la gran quantità di bandiere padane si sia sentito un po’ fuori posto, ma se ne faccia una ragione! Pensi, poi, alle questioni interne al suo partito, del quale è un raro rappresentante istituzionale sul nostro territorio provinciale, a riprova del livello di &quo t;gradimento” dei “Valori” che il suo partito vorrebbe rappresentare: la Lega è abituata a lavare i panni sporchi in casa propria senza bisogno di suggeritori in buca.
Buona Padania a lei!