GARLATE – Per quest’anno toccherà ai comuni interessati provvedere allo sfalcio delle alghe che, puntuali con l’innalzamento delle temperature, sono tornate a infestare le rive di Pescate, Garlate, Olginate, Vercurago e Lecco solo per il tratto di Riva bella, per mancanza di fondi provinciali, infatti, non ci sarà il “battello spazzino”.
Le alghe, di una specie non autoctona, ma che da anni hanno fatto del tratto garlatese del lago il proprio habitat, non creano problemi ambientali o sanitari, ma invadono letteralmente il bacino moltiplicandosi per talea e, una volta spiaggiate, emettono cattivo odore. “Fino all’anno scorso- spiega Giuseppe Conti, sindaco di Garlate- avveniva lo sfalcio attraverso un battello della Provincia”, per una spesa di circa 100mila euro, fondi, questi, che nel 2016, non sono sostenibili dall’ente. L’ipotesi iniziale di avvalersi del mezzo utilizzato nei laghi di Annone e Pusiano non è possibile all’atto pratico, “non ha le caratteristiche tecniche adatte al nostro lago, con sponde morfologicamente diverse, e ormai è tardi per individuare un battello alternativo” continua Conti.
Ai comuni non resta, quindi, che organizzarsi autonomamente, “interverremo con la raccolta a mano una volta spiaggiate, attraverso degli operatori del comune eventualmente affiancati da incaricati di ditte esterne”. Fortunatamente quest’estate il livello dell’acqua è rimasto alto e le temperature generalmente basse, posticipando e sfavorendo la fioritura delle alghe, che dovrebbe smettere con la fine di agosto.
Previsto nei prossimi giorni un incontro con i rappresentanti dell’ Autorità di bacino e di Silea per definire il trasporto e lo smaltimento delle alghe che non verranno bruciate nell’inceneritore di Valmadrera, in quanto rifiuti speciali; “non c’è ancora nessun accordo, ma chiederemo di venirci incontro economicamente”, ha concluso il primo cittadino di Garlate auspicando delle riunioni ad hoc fra comuni già per il prossimo autunno per dotarsi di un “battello spazzino” in tempo per la prossima estate e non farsi cogliere impreparati all’arrivo delle alghe.