Caos Calcio Lecco. Gheza: “E’ un danno d’immagine per tutti”

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L'assessore Gheza durante la manifestazione organizzata dai tifosi blucelesti la scorsa estate
Via Don Pozzi blindata nel dopogara di Lecco-Levico
Via Don Pozzi blindata nel dopogara di Lecco-Levico

 

LECCO – La Calcio Lecco è sempre più allo sbando, le turbolente vicende societarie provocano il malcontento dei tifosi e anche l’assessore allo Sport Stefano Gheza ammette che “la città sta subendo un grosso danno d’immagine”, ma al contempo spiega che purtroppo “l’amministrazione comunale non ha possibilità di intervento perché la squadra appartiene a una società privata”.

Il dopogara di Lecco-Levico Terme è stato turbolento, la sede di via Don Pozzi è rimasta serrata, anche per i cronisti, e lungo la strada adiacente lo stadio si è riunito un numeroso gruppo di tifosi chiedendo ai dirigenti blucelesti di presentarsi e rendere conto della situazione. L’appello, però, è rimasto inascoltato: l’amministratore unico Sandro Meregalli non era al Rigamonti Ceppi, mentre l’imprenditore comasco Paolo Battocchi ha guardato il primo tempo della gara dalla finestra della Presidenza per poi “fuggire”, parrebbe, all’inizio della ripresa.

La rabbia dei tifosi si è rivolta anche verso l’amministrazione comunale lecchese rea, a parer loro, di non intervenire a difesa della squadra.

“Non ho particolari informazioni – racconta Stefano Gheza – su quanto successo ieri fuori dallo stadio, io ho provato a contattare Meregalli più volte, ma il suo telefono era staccato. Sicuramente la situazione è drammatica e sta provocando un danno alla città, al calcio e allo sport in generale, ma noi che spazio di manovra abbiamo?”.

 

L'assessore Gheza durante la manifestazione organizzata dai tifosi blucelesti la scorsa estate
L’assessore Gheza durante la manifestazione organizzata dai tifosi blucelesti la scorsa estate

 

L’assessore allo Sport del Comune di Lecco, dunque, spiega il perché le istituzioni cittadine abbiano le “mani legate”: “La Calcio Lecco porta il nome della città, ma il marchio fa capo a una società privata, di proprietà di Daniele Bizzozero, e il Comune può intervenire solo per tutelare gli interessi pubblici. Ne parlerò con il sindaco e ne discuteremo in Giunta, ma se non ci sono gravi inadempienze economiche, tali per cui possiamo chiedere la risoluzione del contratto di affitto dello stadio, o non venga materialmente danneggiato il Rigamonti Ceppi, noi non possiamo intervenire”.

“So che ieri ci sono stati cori contro di me – conclude l’assessore – non mi offendo, ma sono dispiaciuto perché non è stata compresa la situazione. Il danno d’immagine c’è, ma dubito che noi come istituzioni potremo fare qualcosa non perché non vogliamo, ma perché non abbiamo gli strumenti per farlo”.