LECCO – “Cari tutti, con la presente siamo a sottoporvi la problematica dei dazi implementati dagli Stati Uniti d’America, corrispondenti al 25% sull’acciaio e al 10% sull’alluminio.
La Lega ha preso posizione favorevole verso l’implementazione di questi dazi; Confindustria e Api guardano invece con preoccupazione alla situazione corrente.
I venti di guerra commerciale spirano sempre più forti, ed erroneamente si pensa che situazioni globali non vadano ad intaccare il locale; è effettivamente il contrario. Nel mezzo ci sono le imprese della filiera siderurgica anche lecchese, che si interrogano sul futuro di mercati e prezzi.
Il presidente di Api Lecco, Luigi Sabadini, ha dichiarato che lo scenario che ci aspetta potrebbe essere quello della chiusura del mercato statunitense, col riversamento in Europa di tutto quello che non venderemo più negli Usa.
E siccome l’Europa non sarà probabilmente altrettanto rapida nelle contromisure, nel frattempo avremo un problema immediato di concorrenza spietata da materiali di importazione visto che la Cina ha come mercato l’Italia e in parte spingerà da noi l’offerta di ciò che non venderà più negli Usa.
Anche Confindustria condivide la preoccupazione; il presidente Lorenzo Riva ha dichiarato che “questi dazi, se effettivamente attivati, rappresenterebbero in primo luogo un muro verso un mercato che è importante, anche se non il primo sbocco per questo comparto. Il rischio maggiore è tuttavia un altro, ovvero la conseguente disponibilità sui mercati di acciaio o alluminio provenienti da Paesi asiatici o da altre aree, che non trovando sbocco negli Usa potrebbero dirigersi verso l’Europa”.
I dazi che Bruxelles sta studiando in risposta a Trump, secondo Riva potrebbero non essere una soluzione visto che alla fine “le ritorsioni su altri prodotti vanno a penalizzare tutto il mercato”.
L’interscambio tra la provincia di Lecco e gli Stati Uniti, per quanto riguarda acciaio e alluminio, è cresciuto nel 2017: l’export è cresciuto del 52% passando da 17,5 milioni di euro a 26,5 milioni di euro. Anche l’import è raddoppiato, arrivando a 767mila euro. Su Como le importazioni sono cresciute del 2% nel 2017, arrivando a 4 milioni di euro.
L’export invece sfiora i 30,2 milioni di euro. Le cifre sopra mettono in luce una situazione seria e pericolosa, in quanto sono 63 i milioni di euro a rischio export per la sola zona lariana. Con la presente lettera siamo a richiedere una risposta e un riscontro a quanti sostengono che il protezionismo finanziario e l’imposizione di dazi sia buona cosa, nel globale e nel locale”.
Per +Europa Lario
Novella Ciceri – segretario
Luca Maggioni – tesoriere
Luca Monti – presidente