LECCO – Le questioni istituzionali sia sotto il profilo strettamente amministrativo sia sotto quello di categoria “associazioni” stanno vivendo una fase che il diritto definirebbe “de iure condendo”. Da tempo si è acquisito il concetto che si devono aprire porte e finestre a nuovi perimetri geografici e a nuove aree socio-economiche. A testimoniare questa situazione basti pensare agli anni della dipendenza da Como e dalle successive battaglie per affrancarsi, nel 1995, con la nascita della Provincia di Lecco.
Ora su più versanti il rapporto con Como, via lago e via terra, sta ritrovando una strada comune con territori e segmenti impegnati per una proficua ed efficace collaborazione. Si parte dal Patto per il Lago di Como che abbiamo sottoscritto martedì 19 giugno e nel quale Lecco vuole giocare la sua parte con le proprie risorse e peculiarità. Ci piace condividere i progetti senza pregiudizi, ma non è nel nostro stile andare a rimorchio. E’ un orizzonte che va valorizzato e protetto e che si articola in molteplici rivoli da ricondurre ad un armonico progetto. Noi abbiamo da imparare da Como per il turismo, loro da noi per la formazione manifatturiera e nel fare sistema, ad esempio.
Di pari passo sono in campo alleanze associative e in particolare la fusione delle istituzioni camerali che le rappresentano. Come dire che di carne al fuoco ce n’è molta, che la realtà è doverosa, che ci vuole entusiasmo, ma soprattutto sono necessarie trasparenza e chiarezza lasciando da parte ambizioni di primogeniture e di primati legati alle dimensioni geografiche ed economiche dei soggetti in campo. Le aree interessate, Sondrio, Como e Lecco, assommano un potenziale produttivo, progettuale così articolato e differenziato da garantire vantaggi per tutti.
Da soli non si può crescere ed è questo l’assioma sul quale si deve puntare. Mi permetto un appello, frutto della mia esperienza istituzionale, per dire che le accese rivalità hanno fatto il loro tempo e che anche nella scelta degli uomini la capacità e la competenza vengono assai prima delle appartenenze territoriali. E’ necessario infine evitare che questi nuovi assetti ai quali si sta lavorando risultassero solo architetture istituzionali, efficienti magari, ma prive di vita: occorre allora, se non sappiamo coinvolgere i cittadini, sapere che ogni comunità ha la sua storia e le sue tradizioni che non c’è patto dall’alto che possa cancellare!
Virginio Brivio
Sindaco di Lecco