MILANO / LECCO – “Il Consiglio regionale ha votato, questo pomeriggio, la modifica della legge regionale sui centri per l’impiego (47 favorevoli, 29 contrari, nessun astenuto) ma non nel senso indicato dalla legge nazionale a cui si doveva uniformare, ovvero passare alla regionalizzazione dei lavoratori oggi in carico alle Province. Il Pd aveva presentato emendamenti per incrementare decisamente le risorse e per garantire che la presa in carico dei cittadini disoccupati venisse fatta in via esclusiva dal pubblico, a differenza di quanto avviene ora. Il voto contrario della maggioranza, insieme alla mancata regionalizzazione dei dipendenti, ha portato al voto negativo del Pd. Tuttavia, grazie a un nostro emendamento approvato, le Province saranno maggiormente coinvolte nella fase di programmazione delle politiche per il lavoro, evitando così che fossero ridotte a mere esecutrici della programmazione regionale” commenta Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd.
Ma la sostanza rimane, per Straniero: “Si tratta di una legge che contraddice la norma nazionale, a forte rischio di impugnativa da parte del governo giallo-verde, mettendo a rischio di paralisi il sistema. Soprattutto, è una legge che indebolisce ulteriormente i Centri per l’impiego, che peraltro è il contrario di quanto c’è scritto nel contratto di governo tra Salvini e Di Maio. Il problema è che i cittadini non avranno la risposta che cercano nei momenti di difficoltà lavorativa, perché i Centri per l’impiego, che sono il punto di approdo per chi cerca di entrare o rientrare nel mondo del lavoro, non avranno le risorse né economiche, né strumentali per espletare al meglio un compito così delicato. Abbiamo atteso invano che l’assessore rispondesse alle nostre obiezioni, ma non abbiamo ricevuto risposte, né dalla Giunta, né dal centrodestra. Questa legge è un pasticcio che si poteva evitare”.
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