LECCO – “L’inquinamento non riguarda solo l’acqua o l’aria ma anche le menti di alcuni politici. La memoria in alcuni casi si lava facilmente col primo temporale. Io con Villa Guzzi mi esposi molto, sia a livello personale che per altri aspetti.
Occorre ricordare che il parco di Villa Guzzi fu preso in gestione, prima come WWF Onlus (del quale ero ai tempi il referente provinciale) e successivamente dall’Associazione Naturalistica Lombarda Onlus della quale ero il Presidente. Per quest’ultima, con tutti gli aspetti di rischio gestionale, civili e penali che ne derivavano.
Entrammo trovando una vera e propria discarica e oltretutto, nell’area, con grande beffa, scoprimmo che veniva praticata l’uccellagione illegale e il commercio degli uccelli da richiamo per uso caccia. Abbiamo trovato residuati di rete per uccellagione e trappole (tutte attività illegali). Per pulire tutta l’area (i rovi erano alti come i cancelli e ne uscivano anche da sopra; anche all’interno la situazione era identica) ho passato giornate, con i miei volontari, fino a notte fonda a pulire dai rovi, pulire le serre, liberare gli ulivi e dare un minimo di sicurezza all’area perché, al nostro arrivo scoprimmo che c’erano persone che fino a quel momento erano use frequentare il parco per bivaccare anche di notte, bevendo e fumando canne.
Il coinvolgimento dei volontari è stata una pesante attività, per gestirli e farli lavorare in armonia senza che si creassero dissapori tra nessuno. Abbiamo realizzato, a nostre spese, senza andare a rubare in chiesa o fare la rapina in banca, una struttura di degenza, autorizzata dall’ASL dopo sopralluogo, principalmente per situazioni di recupero gatti che necessitavano di aiuto e assistenza o sterilizzazione di colonie, andando a levare le castagne dal fuoco ad altre realtà e ai cittadini lecchesi che si rivolgevano a noi, spesso indirizzati a noi dagli uffici comunali.
Chi non ha mai messo le mani nel volontariato non può saperne il costo ma ogni gattino arrivato a noi neonato è stato allattato, curato, e quando è arrivato il momento di andare in adozione vi è andato gratuitamente ma per noi tra latte cibo farmaci vari, ogni gattino allevato aveva avuto un costo di non meno di 180 euro (pagati di tasca da chi si occupava di loro e non voglio fare i nomi tanto trattasi delle solite note che sono restate li dentro non stop dal 2002 al 2007) Ne abbiamo salvati tantissimi tra piccolini e adulti che sono poi stati collocati presso famiglie adottanti e questa resta la nostra più grande soddisfazione. Aver salvato molte vite che altrimenti sarebbero andate perse.
Per mantenere una struttura di questo tipo abbiamo aperto il parco, principalmente la domenica, con percorsi guidati, percorsi mantenuti puliti anche per le manifestazioni del Coni (percorso in bicicletta, tiro con l’arco ed altre attività Coni). Abbiamo organizzato concerti, racconti manzoniani in vernacolo comasco, incontri di lirica, pagando di tasca nostra il noleggio di un pianoforte a coda, diritti Siae, assicurazione, e chi si occupa di questi eventi sa di cosa sto parlando.
Abbiamo organizzato una cena serale in estate “la notte dei randagi”, con un centinaio di persone e tavoli apparecchiati con piatti in ceramica e posate in metallo. Cena alla quale venne invitato anche l’allora Sindaco di Lecco che ne uscì soddisfatto per la bella figura che ne sortì per l’amministrazione comunale.
Nelle varie manifestazioni, i ringraziamenti furono pubblici da parte di Prefetto, Questura, Onorevoli e, oggi possiamo dirlo, tutti a ruota. L’associazione stava diventando importante e questa presenza nel campo ambientale, con tutto questo corollario, dava fastidio a beceri interessi di villaggio medievale.
Occorreva quindi creare problemi all’Associazione Naturalistica Lombarda perché “se non la fermiamo adesso, non la fermiamo più”. L’Associazione operava anche al di fuori di Villa Guzzi, con comunicati, interventi e prese di posizione che creavano imbarazzo, spesso scomodi ad amministratori pubblici.
Si arrivò al punto che, dopo aver tirato a lucido tutto il parco senza una foglia fuori posto, dopo che erano già stati pagati i diritti Siae, l’assicurazione, e resa pubblica una manifestazione domenicale (musica etnica) preventivamente comunicata al Comune di Lecco – le manifestazioni erano sempre state autorizzate dallo stesso – il Sindaco, lo stesso Sindaco presente alla cena “la notte dei randagi” ci mandò la Polizia Locale per comunicare il divieto ad effettuare la giornata pubblica, controllando perfino se vi fossero situazioni irregolari.
Invece dall’accertamento ne sortì che non vi era nulla di irregolare. Occorreva quindi punzecchiare dall’interno l’Associazione. Ricordo che nacque una associazione fantasma chiamata Amici di Villa Guzzi (da non confondere con l’attuale A-mici di Villa Guzzi). Questa associazione fantasma nacque con il solo scopo di disturbare l’attività e scalzare la scomoda Associazione Naturalistica Lombarda tant’è che diede la sua disponibilità a subentrare a me e all’associazione da me presieduta e questa intenzione venne addirittura più volte resa pubblica sui giornali locali.
Cosa cercate ora cari amministratori? Un pirla come Lavelli che si sobbarchi l’onerosa gestione del mantenimento del verde e non solo? A me vennero affidati due ragazzi da seguire dal Direttore del CPS Lecco. Il sottoscritto pertanto dedicava buona parte del suo quotidiano a questo progetto rinunciando al suo lavoro e guadagno.
Adesso, per non fare una figura patetica troveranno i soldi da dare in contributi ad associazione amica e compiacente perché questo luogo, preso come venne consegnato a noi, poteva essere rimesso a nuovo praticamente gratis solo da un pazzo come il sottoscritto e dalle persone che mi hanno seguito in questo progetto mettendoci il loro impegno e mano al loro portafoglio perché il lavoro svolto su Villa Guzzi sia per risistemare il posto, che per la gestione degli animali è stato un lavoro pesantissimo a livello fisico, molto costoso, che ha dato, a chi vi prese parte, molta soddisfazione ma che ha lasciato a tutti l’amaro in bocca e il portafoglio vuoto.
I contributi ricevuti dall’Amministrazione Comunale da parte dell’Associazione Naturalistica Lombarda non basterebbero neppure per far lavorare una Cooperativa una settimana.
Ci inviarono addirittura l’Agenzia delle Entrate per controllare la regolarità dell’attività di Onlus e i funzionari riscontrarono la regolarità su tutto il fronte ma ci venne anche detto in via confidenziale che la nostra fu l’unica associazione sul campo, alla quale avessero mai fatto un controllo.
A chi legge le conclusioni. Aveva ragione mio padre quando mi diceva “lasa nà el mund cum el va”.
Sandro Lavelli