Appello per Lecco: “Occorre non perdere di vista gli obiettivi”

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Corrado Valsecchi

In un momento dove le Istituzioni, comprese quelle locali, chiedono grandi sacrifici ai contribuenti è del tutto evidente che i cittadini comincino a rivendicare misure da parte delle Istituzioni locali che rappresentino, almeno in parte, una dignitosa contropartita. Questo, ovviamente, vale anche per il Comune di Lecco. Non si può pensare di tagliare servizi, aumentare imposte e tariffe senza focalizzare uno sforzo che consenta di coinvolgere l’opinione pubblica in un disegno strategico per la città. Riconosciamo l’impegno che l’Amministrazione Comunale sta’ mettendo affinché questo si realizzi, ma occorre non perdere di vista gli obiettivi che ci siamo dati, cioè di riconsegnare ai cittadini, al termine del mandato, una pianificazione progettuale strategica e incisiva sul fronte dello sviluppo produttivo, economico e occupazionale. Le Istituzioni centrali e locali in questo momento non godono di grande popolarità, vengono viste dai cittadini come veicoli per promuovere attività di sola pressione fiscale e tariffaria in maniera, spesso, vessatoria e coercitiva. E’ chiaro che il contribuente richiami all’ordine l’Istituzione locale chiedendo ciò che gli è dovuto in servizi. Ora è proprio questo il punto!

SBUROCRATIZZARE
La parola d’ordine deve essere “sburocratizzare”. E’ possibile deliberare l’aumento di tasse e tariffe solo se contestualmente si danno risposte sul fronte dello sviluppo e si garantisce all’utenza l’erogazione di servizi efficienti, corretti e in tempi certi. In questo, l’amministrazione comunale e i propri dipendenti sono al servizio dei cittadini e delle imprese con la propria competenza e professionalità, sostenendo concretamente l’utente nel suo percorso fino all’evasione della pratica. A tale scopo occorre portare a regime gli strumenti previsti dalla legislazione vigente, ed oggi sottoutilizzati, come l’autocertificazione, la pec, lo sportello unico informatico in relazione alle attività produttive.

CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE
Occorre rinforzare il coordinamento tra uffici pubblici, autorità competenti e agenzia delle entrate con controlli incrociati dei dati in loro possesso. Occorre utilizzare tutte le autorità di polizia giudiziale competenti per incrementare i controlli, in particolare su quelle categorie che evidenziano un gettito sottostimato verso il fisco. Occorre applicare con rigore le leggi vigenti sia sul versante sanzionatorio sia su quello di infrazione reiterata con la chiusura temporanea delle attività. In questo momento bisogna assolutamente evitare che la maggiore pressione fiscale che dovesse risultare da una eventuale rimodulazione dell’Irpef vada a colpire i redditi e il potere d’acquisto di coloro che pagano regolarmente e pesantemente le tasse con il paradossale rischio che si vada a premiare, assieme alle vere fasce deboli, anche coloro che continuano in modo disinvolto ad evadere le tasse e presentano dichiarazioni dei redditi vergognose. In questo momento anche la comunità, al fine di cambiare e fare un salto dal punto di vista culturale, occorre che venga incoraggiata a partecipare attivamente e in maniera non anonima a denunciare situazioni di evasione intollerabili. Su questo punto occorre promuovere apposite campagne di sensibilizzazione finalizzate a creare una coscienza sociale all’altezza del cambiamento e che rimuova finalmente sacche importanti di omertà. Oggi chi non denuncia a viso aperto deve considerarsi complice dell’evasore e quindi non ha motivo di essere indignato. Lo scenario è cambiato, abbiamo imboccato un senso unico che dobbiamo percorrere sino in fondo, senza esitazioni, se vogliamo dare risposte concrete alla crisi e offrire qualche speranza in più alle nuove generazioni.

PGT, NUOVA FRONTIERA DELLO SVILUPPO
Lo strumento del PGT ci consente di analizzare in maniera approfondita i nuovi bisogni della città. Oggi l’urgenza è dare ossigeno alle imprese e incrementare l’occupazione reale. L’amministrazione deve intervenire con forza sul sistema bancario e creditizio che a Lecco ha trovato nel corso degli anni uno sviluppo notevole grazie alla laboriosità della nostra gente sia autoctona, che immigrata. Questa città ha ancora molto da dire. L’eccellenza in alcuni settori risiede ancora qui, a Lecco. Guardare in maniera miope alle difficoltà d’impresa, magari agevolando, come si sta facendo, le cessioni di rami d’azienda a gruppi internazionali che al primo “colpo di vento”, probabilmente, troveranno il modo di delocalizzare le produzioni altrove non è ne innovativo ne tantomeno lungimirante. La creatività del nostro sistema industriale, la capacità di fare rete e la disponibilità della nostra forza lavoro sono sempre stati in punto di forza del territorio. La vocazione industriale, però, va accompagnata con una nuova vocazione turistica. L’industria del turismo deve crescere in fretta e per far questo bisogna togliere lacci e laccioli che non consentono a questo settore di decollare. Il PGT deve rappresentare la nuova frontiera dello sviluppo turistico. Nel PGT dovranno essere favorite, senza indugi, tutte quelle attività e progetti che hanno lo scopo di assicurare occupazione reale, anche se le aree per garantire questo obiettivo dovessero cambiare destinazione d’uso. Questo è un modo per fare la “Lecco, città del lavoro”. Tutte le procedure che vanno in questo senso devono essere realizzate subito.

LA GRANDE LECCO
Su questo punto rischiamo di essere noiosi, ma non demordiamo: le scommesse si vincono e si perdono assieme. I Comuni che si affacciano sul Golfo di Lecco, incluso il capoluogo, stanno aspettando che qualcuno (il Governo) imponga di fare gli accorpamenti delle città, perché il sistema burocratico e amministrativo toglie ogni residuale energia finanziaria ai servizi e ai progetti. Dal punto di vista politico ciò è imperdonabile. Attendere ulteriormente a praticare perlomeno sperimentazioni di coesione nei servizi e creare sodalizi istituzionali finalizzati a dare più servizi e contenere gli sprechi è un dovere per chi ha il compito di amministrare. Abbiamo la grande occasione di fare da soli, coinvolgere in un grande e veloce dibattito le comunità, iniziare con le unioni dei servizi. Questo atteggiamento “virtuoso” consentirebbe una riorganizzazione funzionale delle macchine amministrative e burocratiche e di pianificare il contenimento dei costi di gestione, con un ritorno positivo sui servizi e nelle tasche dei contribuenti.

Appello per Lecco