Le prime sensazioni dopo la chiusura dello spazio aggregativo “L’officina della Musica” sono di profonda tristezza e senso di sconfitta; vi è un forte rammarico su ciò che è avvenuto perché questo luogo, oltre ad essere stato una vera e propria scuola di musica, ha espletato la funzione di un servizio pubblico, quale sede di associazioni e movimenti, organizzando eventi culturali a sfondo musicale con ospiti di profilo nazionale ed internazionale, oltre che offrendo i propri spazi per l’organizzazione di dibattiti di ampio respiro.
Aldilà di questo, riteniamo che il termine delle attività e di tutte le funzioni che ha esercitato L’Officina siano una grave sconfitta per tutto il movimento che ha gravitato attorno ad essa in questi anni; differenti sono stati gli interventi in risposta di chi, chiuso nell’ottusità del proprio egoismo sociale, ha raccolto firme e creato non pochi danni al gestore, diverse le prese di posizione a sostegno della continuazione delle sue attività, anche quando giungevano pesanti retate della Polizia o denunce provocatorie ai suoi danni.
La chiusura di uno dei pochi punti di riferimento per i giovani di Lecco, dove essi potevano liberamente esprimersi, organizzarsi, crescere, indipendentemente dai motivi pratici che hanno portato a questa situazione, è una grave disfatta per la città, in primis per un’Amministrazione comunale che, tra titubanze e passi indietro, non è stata in grado di evitare tutto ciò.
Come riportato dalla petizione con migliaia di firme sottoscritte a suo sostegno, L’Officina rappresentava “un’occasione da raccogliere con entusiasmo, un esempio di concreta socialità e aggregazione, nonché un luogo diverso dal cliché che una certa sottocultura impone di questi tempi”, purtroppo l’occasione non è stata colta, e il solito cliché, quella sottocultura antipopolare, antiproletaria, del profitto ed elitaria ha prevalso anche questa volta.
Quell’Officina che suppliva a profonde lacune del nostro territorio, per quanto riguarda le politiche giovanili e l’offerta di quegli spazi sociali che ogni Amministrazione dovrebbe incaricarsi di offrire. Invece, mentre chiude L’Officina, il C.A.G. di Maggianico resta da mesi fermo ed inattivo per una scelta dell’Amministrazione, Villa Eremo continua a cadere a pezzi abbandonata, il patrimonio comunale, anziché essere valorizzato e offerto alla cittadinanza, rischia di essere svenduto a privati.
Vogliamo ringraziare e ribadire la nostra vicinanza a Giuseppe Caccialanza che, tra difficoltà, minacce più o meno velate e multe più o meno salate, ha portato avanti questa fantastica esperienza, offrendoci peraltro numerose volte il suo spazio per iniziative culturali, politiche e sociali. Richiamiamo la Giunta Brivio a dare risposte concrete dopo quello che si è verificato: non entriamo nel merito del motivo della chiusura (sfratto o non sfratto) ma, nel caso essa, come temiamo, non sia recuperabile, occorre saper rimpiazzare il vuoto culturale e sociale che L’Officina lascia. Dove andranno i ragazzi a provare e a suonare? Dove verranno fatti i concerti, soprattutto in periodo invernale? Dove pregheranno i cittadini di fede islamica? Dove andranno associazioni e partiti per iniziative ed eventi?
Ci auguriamo una risposta giunga celermente, per questo siamo disponibili, come tante altre realtà ed associazioni politiche e culturali a fare del nostro per dare indicazioni e proposte concrete, come già stato fatto con due petizioni consegnate in Comune sulla questione degli spazi sociali.
Inoltre, rilevando la necessità che il Comune dia risposte ad esigenze sociali di un’intera popolazione, con l’assegnazione di spazi dove possa vivere e crescere la capacità di autogestione, di critica, di crescita culturale e sociale di ogni cittadino lecchese, rilanciamo a tutti i soggetti che hanno a cuore le opportunità di “fare cultura” e di poter far costruire ai giovani lecchesi esperienze e pratiche sociali, la definizione di una piattaforma comune che sappia essere una spina produttiva e , quando occorre, fastidiosa a quest’Amministrazione che sulle politiche giovanili, ancor di più dopo la chiusura dell’ esperienza dell’Officina, deve dare risposte concrete ai suoi cittadini.
Giovani Comunisti Lecco, (i giovani di Rifondazione)