Lo scenario è desolante!
Fa quasi tenerezza guardare alla situazione che si è manifestata nell’ufficio di Presidenza in Regione Lombardia.
Fermo restando la presunzione di innocenza, ci sembra che la magistratura abbia messo le mani su qualcosa che va ben oltre un episodio di ordinaria corruzione: un vero e proprio sistema finalizzato a favorire singoli politici e partiti di ogni orientamento.
Ovviamente come sempre succede lo sport che va per la maggiore e inveire e denunciare complotti della magistratura.
Purtroppo, nonostante i precedenti, la classe politica non riesce ad assumere quella maturità e credibilità che possa renderla protagonista di una stagione diversa, capace di guidare essa stessa politiche di trasparenza, eticità e moralità invocate, ormai quotidianamente, dalla pubblica opinione.
I partiti sono sempre stati l’architrave della democrazia, ma se non sanno adeguarsi ai nuovi bisogni e richieste della collettività rischiano la marginalità nel sistema politico italiano.
Devono rendersi conto che lo scaricabarile è una pratica ormai sconfitta dalla storia e soprattutto dalla magistratura.
Se esiste il corrotto c’è un corruttore e viceversa. Quindi il personale politico deve evitare sceneggiate strappalacrime, alle quali sempre meno cittadini danno credito. Davanti ad un tentativo di corruzione, chiunque sia coinvolto, c’è un unico modo di risolvere il problema : denunciare alle autorità competenti il tentativo in atto.
Non ci sono altre strade. Anche quella di rifiutare, ma di non denunciare non è una strada perseguibile, in quanto si lascia un potenziale corruttore in circolazione. Se vogliamo fare un salto di qualità, che francamente, in Italia, si fatica a fare , bisogna partire dalla consapevolezza che le politiche e gli atteggiamenti di legalità sono fortemente legate ai processi di sviluppo, anche economico, della nostra società.
Gli ultimi eventi in regione Lombardia stanno indicando con evidenza la fine di un ciclo.
Occorre ora attrezzarsi per cominciarne un altro che abbia al centro l’impegno della società civile, un nuovo corso di responsabilizzazione verso la cosa pubblica, un itinerario che può sfociare solamente con qualcosa di nuovo e diverso rispetto a quanto lo status quo ci offre.
Appello per Lecco ha iniziato un serio confronto con altre realtà civiche e di rappresentanza della società civile lombarda, auguriamo che questo processo di coesione e di rete possa avere successo per cambiare, una volta per tutte, il modo di fare politica nella nostra regione e nel nostro paese.
Crediamo che questo oggi sia possibile anche grazie al grande esempio di concretezza, coerenza e affidabilità dimostrate dal Governo presieduto da Mario Monti.
Corrado Valsecchi
Portavoce Appello per Lecco