Riconosciuta a livello regionale la figura ‘operatore di costruzioni in pietra a secco’
Dietro al risultato ottenuto anche GAL Quattro Parchi Lecco Brianza, impegnata a valorizzare un mestiere antico e prestigioso, anche in chiave di sviluppo territoriale
LECCO – Dalla tradizione millenaria e cruciali dal punto di vista economico e ambientale, le costruzioni in pietra secca hanno conosciuto in passato il massimo periodo splendore, ma con l’avvento della modernità la loro importanza è stata ben presto ridimensionata e spazio è stato lasciato a nuove tecniche e materiali di fabbricazione. Il recente riconoscimento da parte di Regione Lombardia della figura professionale ‘Operatore di costruzioni in pietra a secco’, ha tuttavia mostrato quanto l’interesse di un ritorno alle origini sia più che mai vivido in enti, associazioni, ma anche privati.
Si tratta di uno degli obiettivi più importanti raggiunto dal progetto P-ART-Una pietra sopra l’altra, nato dalla collaborazione tra il GAL Valle Brembana 2020, GAL Valtellina Valle dei Sapori e GAL Quattro Parchi Lecco Brianza, cofinanziato da Regione Lombardia. Tramite l’identificazione accordata dalla Sottocommissione per l’aggiornamento del Quadro Regionale di Standard Professionali, è considerato operatore di costruzioni in pietra a secco un professionista che possiede “conoscenze e tecniche che possono essere esercitate presso imprese edili o artigiane, imprese agricole e forestali, enti locali in forma di socio per imprese, come dipendente o in proprio”. Una professione che non si interesserà solo alla realizzazione di muretti a secco, per quanto rimangano le strutture più associate a questo campo e anche quelle più evidenti nei contesti territoriali, ma anche a lastricati che un tempo fungevano da vie di comunicazione, e a ricoveri dove trovavano rifugio le persone che si recavano a lavorare nei campi e molto altro.
“P-ART, come tutti i progetti di cooperazione, si è evoluto sulla base di azioni comuni e azioni locali – spiegano dal GAL Quattro Parchi Lecco Brianza -. Le prime fanno riferimento a un capofila e coinvolgono anche gli altri GAL partner, mentre quelle a livello locale prendono forma individualmente e sono improntate al territorio. L’idea è stata quella di ragionare sulla pietra a secco in termini di opportunità di sviluppo per le nostre zone. In particolare, ci siamo occupati di effettuare ricerche e studi per approfondimenti ambientali, funzionali a comprendere il valore assunto dalla pietra a secco nel nostro territorio, soprattutto nel passato, e creare un collegamento con il presente. Le azioni poi sono state accompagnate da incontri, eventi e iniziative per accrescere la consapevolezza rispetto a questo patrimonio, riconosciuto anche dall’Unesco. Oltre a questo, abbiamo avviato un corso per hobbisti spalmato su quattro week-end non solo per insegnare la teoria, ma anche per far toccare concretamente con mano l’arte della costruzione a secco”.
Quello di cui si pregia maggiormente Gal Quattro Parchi Lecco Brianza è però l’aver dato vita a un corso professionale presso la Fondazione L. Clerici di Lecco, con ore di formazione per le classi 2° e 3°, supportato da ANCE Lecco Sondrio e Confartigianato Lecco Sondrio. “Abbiamo riscosso un notevole successo, tanto che c’è l’intenzione da parte della scuola di inserirlo come corso formativo in pianta stabile – sottolineano dal GAL -. Tra le altre azioni sviluppate in relazione alla pietra a secco, in questo caso a livello comunitario, c’è il piano conservazione programmata, in cui sono indicate linee guida per la manutenzione delle costruzioni a secco, che mettiamo a disposizione per consentire l’attuazione di interventi a salvaguardia delle strutture”.
La nascita, dal punto di vista formale, dell’operatore di costruzioni in pietra a secco rappresenta dunque l’ultimo tassello raggiunto dal progetto, e il valore che il riconoscimento di tale figura professionale apporta al territorio è duplice, come afferma GAL Quattro Parchi Lecco Brianza: “Innanzitutto l’identificazione ha un valore culturale perché viene tramandato un sapere passato cercando di proiettarlo nel futuro. La lavorazione della pietra a secco è un’antica maestranza le cui competenze, se non adeguatamente trasmesse, rischiano di andare perdute per sempre, anche a causa della scomparsa delle persone in grado di attuarla. E poi c’è un pregio anche dal punto di vista economico: grazie al riconoscimento la scuola non solo potrà inserire corsi incentrati sulle costruzioni a secco, ma potrà crearne anche di dedicati, generando nuove opportunità lavorative. Non da ultimo, questo tipo di lavorazione rispetta la dimensione green perché si serve di materiali già presenti in natura senza inquinare, aspetto che ci auspichiamo venga colto sia dal settore pubblico che da quello privato, vista la recente sensibilità sul tema”.
Dalla scorsa settimana, il progetto P-ART può dirsi definitivamente chiuso. A mancare è solo il rilascio dei risultati che con buona probabilità avverrà a gennaio: “Il presidente ha espresso la volontà di coinvolgere il territorio e gli enti che ne fanno parte, con l’intento di mostrare loro cosa è stato fatto, sperando la divulgazione possa incentivare a proseguire il percorso portato avanti finora. Diffonderemo anche un film documentario con gli interventi che abbiamo ritenuto più interessanti in fase di studio. In ogni caso, il progetto è stato ben accolto, e verosimilmente cercheremo di trovare nuovi spazi e iniziative per continuare su questa linea: quanto più riusciamo a far comprendere che è un lavoro di prestigio, quanto più sensibilizzeremo interventi corretti e generativi”.
Un commento in merito arriva anche da Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, tramite il suo presidente Fabio Canepari: “Già anni addietro Regione Lombardia si era mossa per il recupero di manufatti come i muretti a secco, attraverso bandi e finanziamenti. Questo nuovo riconoscimento non ha fatto altro che ribadire la volontà di seguire il percorso intrapreso, con lo scopo di mantenere integre le peculiarità dei territori, preservando un collegamento con il passato e con quanto hanno fatto i nostri antenati”. La stessa Comunità Montana ha proposto negli anni corsi incentrati sulla costruzione a secco che hanno sempre raggiunto il tetto massimo di iscritti, tanto che è nelle intenzioni dell’ente riproporne altri simili nel 2023. Queste opportunità erano funzionali a promuovere il valore storico-paesaggistico dei muretti a secco e ad apprenderne le tecniche di realizzazione.
“Insieme al GAL siamo coinvolti in vari bandi, tra cui il progetto P-ART. Rispetto alle costruzioni a secco, già in passato la Comunità Montana era intervenuta, mettendo in campo anche progetti mirati di recupero delle strutture. P-ART rappresenta invece un progetto più ampio di formazione, in grado di valorizzare gli interventi e ripristinare una figura centrale che possa realizzarli”, conclude Carlo Greppi, presidente Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino.