LECCO – “Che pena che mi fa, si vergogni!!” è il commento postato sul social network Facebook dal consigliere della Lega Nord al Comune di Lecco, Giovanni Colombo, indirizzato a don Mario Bonfanti, il prete 41enne nativo di Pagnano frazione di Merate che la curia aveva allontanato dalla parrocchia di Perego per aver dichiarato pubblicamente di essere a favore delle unioni tra persone dello stesso sesso e che nei mesi scorsi aveva reso pubblica la propria omosessualità.
“Sono gay. Anzi, sono un prete felicemente gay” si era sfogato don Mario lo scorso mercoledì sulla propria pagina Facebook, un gesto liberatorio del prete dopo una vicenda che lo ha visto duramente in contrasto con le gerarchie ecclesiaste ed appoggiato invece dai molti dei propri fedeli (vedi articolo).
Certo è che la vicenda ha centrato in pieno uno dei principali tabù per la Chiesa cattolica, che raramente ha mostrato aperture rispetto al tema dell’omosessualità ed ancor più raramente si è confrontata con uno dei suoi ministri apertamente di una preferenza sessuale che, seppur sottomessa al voto di castità, si discosta dall’apparentemente scontata eterosessualità nascosta dietro l’abito talare.
Sul tema si è quindi espresso duramente il consigliere Giovanni Colombo: “Per fortuna nel nostro territorio ci sono tantissimi bravi preti che aiutano noi genitori nella difficile crescita dei nostri figli. Si faccia curare e stia lontano dai ragazzi ma prima di tutto stia lontanissimo da Lecco. Ultimamente troppe persone stanno sputtanando la nostra città e questo non possiamo permetterlo”.
Un commento quello del consigliere leghista che ha provocato la reazione del popolo del web, che ha pesantemente contestato Colombo: “Ecco l’ ennesimo commento ignorante..!!”; “Ma si vergogni lei delle cose che ha detto! Sono agghiaccianti!”; “L’unica persona che dovrebbe farsi curare è lei”, hanno commentato i lettori sempre su FB.
Sul tema è intervenuta anche l’associazione Renzo e Lucio, da sempre punto di riferimento per gay, lesbo, trans, bisex e simpatizzanti lecchesi e non.
“Risulta amaro constatare quanta ignoranza sia ancora diffusa anche tra chi ci amministra – scrive il presidente dell’associazione, Mauro Pirovano – Su questi argomenti si possono avere differenti posizioni sul come gestirli a livello giuridico o legale e questo è dialettica politica. Continuare a ripetere che l’omosessualità va curata perché si è malati rileva invece solo grassa ignoranza e becero pregiudizio. Il consigliere comunale Colombo va anche oltre e tra le righe in quel “stia lontano dai nostri figli ” si abbassa ancora di più prospettando il classico parallelo omosessualità pedofilia. Certo non si può pretendere che un consigliere comunale prima di scrivere certe cose si documenti almeno dal punto di vista scientifico, ma si potrebbe almeno sperare che il buon senso e l’onestà intellettuale, accompagnino le sue affermazioni” .
“Caro consigliere Colombo – prosegue Pirovano – se vuole un aiuto per educare i suoi figli non si affanni ad allontanare da loro coloro che per amore di verità sanno dire cose scomode e ne pagano le conseguenze. Offra invece ai suoi figli un mondo diverso senza ipocrisie e senza la paura di credere che se ami qualcuno e non è conforme a quello che altri credono, devi sentirti semplicemente un peccatore da redimere. Non lasci che il “Mea culpa” soffochi il “Ti amo”, ne per lei , ne per i suoi figli, ne per noi e ne per Don Mario”.