“Per decidere quale strada prendere bisognerà sollevare il porfido e analizzare le radici”
Messa sul tavolo anche la possibilità, in futuro, di riqualificare l’intera Piazza Garibaldi
LECCO – “E’ una situazione di dissesto che sto tenendo monitorata da due anni, che è in continuo crescendo e ha provocato già la caduta di diverse persone. E’ una situazione su cui bisogna ragionare per capire come procedere e risolverla”. La situazione a cui si riferisce Maria Sacchi, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Lecco, riguarda i tre pini domestici (erroneamente definiti “marittimi”) che sovrastano il punto in cui si intersecano Piazza Garibaldi e Via Roma, e in particolare le gibbosità create alla pavimentazione dalle radici di questi alberi nel corso del tempo, che oltre a scombinare il porfido mettono a repentaglio la sicurezza dei passanti.
Un tema apparentemente di poca rilevanza, portato in Commissione Consiliare I ieri, mercoledì, che però ha fatto emergere nel corso del dibattito anche lo spiraglio di un progetto più ampio, che andrebbe a interessare l’intera Piazza Garibaldi.
A fornire le possibili soluzioni per debellare la criticità causata dai pini domestici esperti come l’agronomo Giulio Fezzi, consulente del Comune di Lecco, e l’ingegner Alessandro Crippa.
Fezzi ha illustrato ai presenti il funzionamento di questa specie arborea e le cause del problema che sta affliggendo una delle piazze principali del capoluogo: “In base alle ricerche è emerso che il pino domestico, quando viene posizionato in luoghi di transito o sosta dei veicoli, solitamente nelle città, tende a formare dei noduli radicali che, più la pavimentazione sovrastante viene sollecitata e sollevata, più crescono di numero, continuando a dissestare il manto stradale”. Esattamente quanto si sta verificando tra Piazza Garibaldi e Via Roma, pur essendo un’area dove non transitano moltissimi mezzi, trattandosi di una zona a traffico limitato. “Osservando il nostro caso specifico è possibile notare come il lato dove si trovano la strada e il parcheggio siano maggiormente sollecitati rispetto alla zona pedonale”, ha detto l’agronomo a conferma della tesi portata.
Alla luce di queste considerazioni, ecco quali sarebbero le alternative possibili per Fezzi: “Prima di tutto bisogna fare un’ispezione per verificare lo stato dell’apparato radicale per capire se ci sono nodi, quanti sono e su quali radici, e se togliendo delle parti di radici viene preservata la vitalità dell’albero. I noduli radicali servono infatti a dare stabilità all’albero: tagliandoli potrebbe esserci il rischio di peggiorare le sue condizioni statiche, aspetto non positivo se si trova in prossimità di zone molto frequentate come quella presa in esame, inoltre questi nodi si riformerebbero dopo qualche anno. Tenendo conto dei dati ottenuti si procederà a questo punto o con l’eliminazione dell’essenza arborea oppure con interventi di contenimento delle radici, andando poi a risistemare anche la pavimentazione”.
Anche l’ingegner Crippa ha ribadito la necessità imperante di monitorare lo stato delle radici dei pini: “E’ necessario fare una sopralluogo nei punti dove il porfido è sollevato, rimuovendolo e valutando come si presentano le radici superficiali: qualora fossero morte si possono tagliare e il pino va tenuto controllato, oltre che ripristinato l’asfalto per garantire le condizioni di transito in sicurezza. Se invece sono vitali va eliminata l’intera pianta e considerate soluzioni sul medio-lungo periodo, tenendo conto che peraltro Piazza Garibaldi sarà interessata in inverno anche dai lavori del teleriscaldamento“.
Ed è a questo punto che il consigliere Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) ha vagliato una terza opzione, certamente da considerare sul medio-lungo termine: riqualificare l’intera Piazza Garibaldi. “Prima o poi bisognerà fare un riordino di questo spazio, che sia costruendo parcheggi nel sottosuolo o valorizzando diversamente l’area, delocalizzando per esempio il monumento di Garibaldi per riportarlo nella sua posizione originaria, lasciando libero da ostacoli visivi il Teatro della Società”, ha puntualizzato Valsecchi. Un’idea condivisa da altri in sala, persino dallo stesso assessore ai Lavori Pubblici.
Saulo Sangalli (Fattore Lecco), Anna Sanseverino e Nicolò Paindelli (entrambi PD) si sono soffermati poi sull’aspetto viabilità, condividendo l’idea di pensare a una Piazza Garibaldi e a una Via Roma completamente libere dalle auto, tutelando la sicurezza dei pedoni. Dello stesso avviso anche Stefano Villa (AmbientalMente Lecco) che ha altresì sottolineato l’importante ruolo che i tre pini in Piazza Garibaldi ricoprono dal punto di vista bioclimatico nel contrastare le isole di calore che potrebbero formarsi, qualora venissero abbattuti, in un contesto circondato da soli edifici.
Tutti gli interventi sono stati raccolti con l’intento di ascoltare e valutare le varie proposte, per poi aggiornarsi nuovamente dopo che si avranno gli esiti del sopralluogo alle radici dei pini. Solo a quel punto sarà possibile tracciare una strada, o diverse strade, da sviluppare eventualmente in diverse fasi temporali.
“L’Amministrazione comunale deve garantire in primis la sicurezza e al contempo, se possibile, preservare le essenze arboree. Intanto bisognerà capire, attraverso l’analisi delle radici, quali creano dissesto alla pavimentazione, poi si valuterà come procedere. L’auspicio è che si possano tagliare questi noduli radicali e livellare il manto stradale nell’immediato. Altra opzione è quella suggerita da Valsecchi di alzare la quota della pavimentazione come fatto sul lungolago: tramite la Commissione di stasera, come uffici intendiamo valutare proprio i costi di una simile opera (e quelli di altri suggerimenti) che comprenderebbe anche la sistemazione dei sottoservizi. Condivido poi la necessità di una riqualificazione di Piazza Garibaldi: è uno spazio in cui si affacciano edifici importanti, gli va ridata dignità come luogo di aggregazione. Però è un’obiettivo da considerare sul medio-lungo periodo. Nel caso in cui, per esempio, si dovesse rendere necessario l’abbattimento dei pini, prima di arrivare a ripensare l’intera piazza bisognerà valutare cosa inserire nel frattempo in questo angolo che rimarrebbe vuoto, e quante risorse investirvi”, la conclusione di Sacchi.