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Avete intenzione di pubblicare un romanzo? Fantastico! Però il mio consiglio è quello di non seguire l’esempio di Isabel Bookbinder, protagonista del romanzo proposto questa settimana. Per lo meno non seguiteli se non volete finire nei guai: ad esempio potreste evitare di firmare deliberatamente un contratto destinato a qualcun altro, soprattutto se questo qualcun altro è uno scrittore celebre a livello internazionale.
Isabel è davvero pasticciona, il connubio perfetto tra Bridget Jones (impossibile non conoscerla) e Becky (mitico protagonista della saga I love shopping di Sophie Kinsella). Insomma, è davvero un personaggio ben riuscito: carina, simpatica, allegra, ingenua, a volte irritante ma determinata ad ottenere ciò che desidera. Rettifico: determinata “a modo suo”. E soprattutto testarda.
La favolosa (doppia)vita di Isabel Bookbinder è un romanzo davvero spassoso in cui la risata è garantita ad ogni pagina e, cosa sempre molto gradita al lettore, riserva un bel colpo di scena finale. È davvero l’ideale per trascorrere qualche ore in totale serenità e senza pensieri. Inoltre presenta anche un lato romantico, che non guasta mai.
Consigliatissimo!
Trama. Isabel Bookbinder ha sempre desiderato fare la scrittrice e, a quanto pare, è arrivato il gran giorno! Sta per incontrare il più importante agente letterario di Londra (che è anche di una bellezza devastante) per presentargli il suo romanzo d’esordio.
L’unico problema è che ancora non ha scritto una sola pagina del suo romanzo. Fino ad ora ha studiato tutti i dettagli per sfondare nell’editoria: ha perfezionato il suo look da autrice di bestseller, ha dedicato un’ora a provare davanti allo specchio le pose per la foto che andrà in quarta di copertina, ha comprato uno stupendo taccuino Smythson personalizzato dove segnarsi idee narrative geniali, e ha quasi raggiunto la taglia 40, indispensabile per il party di lancio. Ora diventerà una scrittrice di successo e sarà famosa, le amiche la invidieranno, frequenterà gente glamour. Manca solo il romanzo. Il titolo c’è già, ma… le restanti 150.000 parole?
