Un mese di celebrazioni tra Dolomiti e Grigne per il collettivo mandellese
Traversata del Civetta con i “gemelli” di Castelfranco Veneto, poi due momenti conviviali nei rifugi di casa, Bietti-Buzzi ed Elisa
MANDELLO – La montagna che unisce gli uomini, li fa avvicinare, conoscere e fa riscoprire la bellezza di stare insieme in alta quota respirando la natura più vera, più pura, più autentica, come i rapporti che solo in un simile contesto riescono a crearsi. Per queste ragioni il CAI Grigne Mandello non ha scelto di rinchiudersi nella sede di via Riva dell’Ospizio per festeggiare i cent’anni di fondazione, ma ha deciso di intraprendere un viaggio lento, diviso in tre tappe, per dare il giusto valore all’importante traguardo e gustarselo come merita, a stretto contatto con l’ambiente montano senza tralasciare per questo i legami umani, entrambi pilastri senza i quali nessuna sezione CAI avrebbe modo di esistere.
E così che teatro delle celebrazioni sono diventati il Monte Civetta, il Rifugio Bietti-Buzzi e il Rifugio Elisa. Da un lato le Dolomiti venete, dall’altro le Grigne, cime di casa che in questi lunghi anni hanno accompagnato la vita della sezione di Mandello, diventando anche loro protagoniste attive di questa grande festa.
Prima tappa di quest’avventura durata un mese l’attraversamento del Civetta con pernottamento al Rifugio Coldai, compiuto dal CAI Grigne a fine agosto con dei compagni di viaggio speciali, scoperti proprio grazie alla ricorrenza del centenario: i membri del CAI Castelfranco Veneto, che condividono con la sezione mandellese la data di nascita, ma che fino a quel momento non avevano mai avuto modo di incrociarsi per i sentieri della vita, anche se come vedremo il legame tra il territorio Lecchese e il Civetta è da tempo ben saldo.
“Tutto è nato lo scorso anno – raccontano i soci del CAI Grigne – quando abbiamo realizzato che, oltre alla nostra sezione, a essere nata il 31 agosto 1924 c’era anche quella di Castelfranco Veneto. Abbiamo quindi pensato di contattare i ragazzi del collettivo, con cui non avevamo mai avuto rapporti, che sono venuti a trovarci a novembre dello scorso anno. Ospitandoli è maturata l’idea di organizzare un gemellaggio, con l’idea di fare escursioni sia nelle nostre zone che dalle loro parti. A fine giugno il CAI di Castelfranco Veneto è venuto a trovarci, li abbiamo portati alla scoperta delle Grigne poi, a fine agosto, è toccato a noi spostarci e andare al Civetta”.
Così 43 soci (32 del CAI Grigne partiti in autobus da Mandello e 11 del CAI Castelfranco Veneto) si sono trovati ad Agordo (Veneto) dove ha avuto luogo un primo simbolico festeggiamento di benvenuto. Poi il gruppo è partito, sempre in bus, alla volta del paesino di Alleghe percorrendo il Passo di Staulanza, dando ufficialmente inizio all’escursione durata due giorni. Tappa del primo giorno: Rifugio Sonino – Rifugio Coldai.
“Purtroppo a metà percorso c’è stata una piccola perturbazione”, spiega il collettivo mandellese. Nulla di tale importanza però da scalfire la visione del Rifugio Coldai, incastonato tra le pendici iniziali del Monte Civetta, e da cui è possibile ammirare frontalmente il Monte Pelmo. “Abbiamo avuto la fortuna di vedere il cielo al tramonto prima che arrivasse la notte e ne abbiamo approfittato per fare una foto di gruppo con il Pelmo sullo sfondo”, prosegue il CAI Grigne.
La serata è proseguita con la firma di una pergamena per celebrare simpaticamente il gemellaggio e fissare il momento con lo scatto della foto ai due presidenti, rispettivamente Giancarlo Pomi (CAI Grigne) e Paolo Baldassa (CAI Castelfranco Veneto). Cena con specialità locali e poi tutti a dormire, che l’indomani ad attendere il gruppo ci sarebbe stata una bella “cavalcata” da compiere.
“Siamo partiti in direzione Lago del Coldai, sotto la parte del Monte Civetta, per poi dirigerci verso il Rifugio Tissi dove abbiamo sostato. Tra il Lecchese, quindi anche Mandello, e il Civetta c’è un rapporto di lunga data: Via Solleder è stata ripetuta per la prima volta in invernale da Giorgio Redaelli (mandellese all’epoca socio del CAI Grigne e membro dei Ragni di Lecco, chiamato il Re del Civetta proprio per l’impresa compiuta nel 1963 con Toni Hiebeler e Ignazio Piussi. Una figura, quella di Redaelli, che ha scritto importanti pagine di storia dell’alpinisimo mondiale ndr). La stessa via fu ripercorsa, sempre in invernale ma stavolta in solitaria, nel 2000 da Marco Anghileri (detto “Butch”).
Dal Rifugio Tissi, punto più alto dell’escursione, il gruppo ha proseguito in discesa verso il Rifugio Vazzoler al cospetto della Torre Venezia. A completamento dell’escursione l’arrivo al Rifugio Trieste dove i soci del CAI Castelfranco Veneto hanno reso omaggio agli ospiti con un rinfresco finale, la giusta ricompensa dopo aver percorso circa 20 km in due giorni (400 metri di dislivello positivo il primo giorno e 500 metri di dislivello positivo/1500 di dislivello negativo il secondo giorno). Nel gruppo presenti anche dei giovanissimi (Nicolò, Michelangelo e Matteo) di 9-10 e 12 anni “che hanno percorso tutto il tragitto senza lamentele”, fanno sapere dal CAI Grigne.
Terminata la lunga gita, il bilancio è apparso subito positivo. “Non è scontato trovare subito un livello di affiatamento tra persone che non si sono mai viste prima. Nonostante non ci fosse una conoscenza pregressa siamo riusciti a costruire un’alchimia, ci siamo subito trovati bene e tutto il gruppo si è comportato in maniera impeccabile. Terminata l’escursione di due giorni abbiamo discusso della possibilità di continuare questo gemellaggio, vista la soddisfazione riscontrata da entrambe le parti per le attività svolte in Grigna e quelle programmate sul Civetta”, concludono i soci del CAI Grigne.
Siccome quello vissuto dal CAI Grigne e dal CAI Castelfranco Veneto è stato a tutti gli effetti un gemellaggio, viene da chiedersi cosa abbia colpito entrambe le sezioni rispetto ai luoghi in cui sono stati ospitati: “Come CAI Grigne del Civetta, e più in generale delle Dolomiti venete, ci hanno colpito la maestosità delle vallate e dei panorami che si susseguivano, mostrando di volta in volta scenari completamente diversi ma altrettanto belli, che portavano a intravedere la Marmolada e il Monte Pelmo. Dall’altra parte, ai nostri “gemelli” di Castelfranco è altrettanto rimasta impressa la regalità delle Grigne, che abbiamo anche pubblicizzato con dei filmati, e l’accoglienza mostrata dai rifugisti del Bietti-Buzzi”.
Simpatico momento lo scatto, dietro la parete ovest del Civetta, che ritrae la birra del centenario realizzata in collaborazione con Dulac per la speciale ricorrenza: “Per ricordare che in qualunque parte andiamo portiamo la birra con noi”, sempre il sodalizio mandellese.
La festa continua al Bietti-Buzzi
Se con l’esperienza del Civetta il CAI Grigne ha sforato i confini, la successiva occasione di festeggiamenti ha avuto come scenario uno dei luoghi di casa, il Rifugio Bietti-Buzzi, e ha visto il coinvolgimento delle sezioni CAI del lecchese. Domenica 15 settembre si è infatti svolta “Tutticai”, conferenza stabile delle sezioni e sottosezioni del lecchese che prevede incontri a cadenza regolare tra dirigenti e soci dei CAI presenti sul territorio per condividere idee, esperienze e suggerimenti volti a migliorare la gestione delle rispettive sezioni.
“Negli ultimi anni si è scelto di proporre questa iniziativa in ambiente, in modo da poter chiacchierare all’aria aperta. Ogni anno una sezione gestisce l’uscita, quest’anno ci siamo proposti noi come CAI Grigne Mandello, cadendo la ricorrenza del centenario, pensando di trovarci al Rifugio Bietti-Buzzi”, precisano i soci mandellesi.
Erano presenti CAI Bellano (4 soci), CAI Calco (2), CAI Lecco (5), CAI Dervio (7), CAI Missaglia (2), CAI Arosio (1), CAI Valmadrera (1) e CAI Mandello (14).
“Ci siamo trovati al Vo di Moncodeno per poi partire insieme e raggiungere il Rifugio Bietti-Buzzi, seguendo due percorsi differenti: quello abituale che passa dalla Porta di Prada e un altro itinerario che prevede la risalita della Bocchetta del Guzzi lungo la Cresta di Piancaformia per poi arrivare al rifugio, dove ad accoglierci c’era il gestore Marco Madama. In primis abbiamo avuto una visita guidata al casello del pastore, bivacco poco sotto il Bietti-Buzzi rimesso a nuovo una decina di anni fa dai soci del CAI Grigne”, espone il sodalizio.
Musica portata da Natalia, fisarmonicista della Val Camonica, e pranzo al rifugio hanno completato il quadro di giornata. “Oltre ai membri delle sezioni lecchesi al Bietti-Buzzi c’era una massiccia presenza di escursionisti, ci saranno state un centinaio di persone. E’ stato piacevole condividere questo momento di convivialità anche con loro, senza contare che alcuni dei nostri soci erano impegnati sui sentieri della Zacup”, aggiungono i soci CAI Grigne.
Rifugio Elisa a chiudere il cerchio…
Le feste in quota si sono concluse al Rifugio Elisa nella giornata di domenica 29 settembre, a ridosso di un altro importante evento mandellese legato alla montagna (in questo caso alla corsa) come il TGS che il CAI Grigne si è occupato di co-organizzare (fondatore dell’iniziativa sportiva è Alessandro Gilardoni, membro dell’associazione). Alcuni soci, una quindicina, si trovavano all’Elisa già il giorno prima della festa per fornire supporto lungo il percorso di gara. Una volta passata la scopa, a sancirne la conclusione, subito i primi festeggiamenti al rifugio.
“Alcuni soci hanno deciso di scendere e risalire il giorno dopo per la festa ufficiale, altri hanno scelto di dormire in rifugio, svegliandosi di buonora la domenica per addobbare la “capanna” e organizzare la giornata insieme a Elena Cosmo (la rifugista ndr). Tra quelli che hanno optato per restare anche un componente del gruppo musicale Maistrac, che ha rallegrato la giornata di festa”.
A partecipare alle celebrazioni il direttivo del CAI Grigne con soci, simpatizzanti, cariche comunali e i già citati Maistrac. “I festeggiamenti del centenario si sono aperti con il ringraziamento del presidente Giancarlo Pomi che ha voluto ricordare come non si vive solo di ricordi del passato, ma che bisogna guardare avanti. Un discorso di commiato in vista delle imminenti elezioni che ci saranno a fine novembre (precisamente venerdì 29, Pomi non potrà essere rieletto perché ha già eseguito due mandati). Un futuro che si prospetta positivo per la sezione, visto il gruppo di giovani che si è formato, e per il quale è doveroso ringraziare l’attuale presidente che ha saputo gestire questo passaggio generazionale e ha tenuto in piedi il CAI Grigne anche nei momenti più difficili, come durante il Covid”, ripercorre la giornata il collettivo. A chiudere i discorsi gli assessori di Mandello Sergio Gatti e Guido Zucchi che hanno ringraziato il CAI Grigne per quanto svolge a favore della comunità e della montagna.
Non è mancato un momento conviviale con il pranzo, la birra del centenario fatta assaggiare ai partecipanti e anche una lotteria dove sono stati messi in palio vari gadget della sezione che richiamano l’anniversario a tre cifre, oltre alla maglietta della corsa Molina-Rifugio Elisa andata in scena domenica 13 ottobre che è stata mostrata in anteprima. Primo premio a essere assegnato un quadro raffigurante il Rifugio Elisa, realizzato da Gerardo Gaddi.
“Una giornata incorniciata da un meteo perfetto. Doveroso il ringraziamento anche a Elena: non è facile gestire un pranzo in uno spazio così limitato”, sottolineano dalla sezione.
…ma il centenario non è finito!
I festeggiamenti in quota con l’esperienza al Rifugio Elisa si sono conclusi, ma in paese continuano: questo sabato 9 novembre al Teatro Fabrizio De André di Mandello ci sarà una serata speciale, “Un Evento tra Passato e Futuro” con l’alpinista Mario Panzeri, che ha scalato tutte le 14 vette più alte del pianeta senza l’ausilio dell’ossigeno. Un’altra occasione per celebrare il centenario del CAI Grigne, ma anche il sessantesimo anniversario della SECIM (Scuola Elementare di Comportamento in Montagna). Proprio Panzeri si confronterà con i giovani, creando un ponte tra passato e futuro, con al centro i valori dell’alpinismo che vengono tramandati di generazione in generazione.
L’11 dicembre, per la Giornata internazionale della montagna, sempre al De André, si esibirà infine il Coro Grigna per scambiarsi gli auguri di Natale e chiudere quest’anno memorabile per il CAI Grigne, l’anno del centenario.