Fumata nera ieri sera, lunedì, per il rinnovo della presidenza e del Consiglio di gestione
I sindaci del centrosinistra hanno calato all’ultimo momento l’asso di una terza candidatura, chiedendo due settimane di tempo per trovare una convergenza più ampia
MONTEVECCHIA – Due settimane di tempo in più per provare a trovare la convergenza su un terzo nome, spuntato al fotofinish, oppure ampliare il bacino di sostenitori di Giovanni Zardoni, candidato per la presidenza del Parco del Curone rimasto in lizza dopo le dimissioni e la rinuncia del presidente uscente Marco Molgora. Fumata nera ieri sera, lunedì, alla comunità del parco, presieduta dal presidente pro tempore Mario Ghezzi in qualità di consigliere più anziano, dove all’ordine del giorno figurava l’elezione del nuovo presidente e del nuovo consiglio di gestione dell’ente sovracomunale con sede a Cascina Butto, composto da dodici Comuni e dalla Provincia di Lecco.
Un rinnovo a cui si è arrivati in un clima di tensione e nervosismo, data la divisione netta e profonda tra Comuni, quelli del centrosinistra, pronti a sostenere la candidatura di Marco Molgora e quelli del centrodestra, a cui va aggiunta La Valletta Brianza e la Provincia, che si sono invece schierati con il coordinatore delle Gev Giovanni Zardoni. Maggiori come numero, ma inferiori come percentuale di voto (la quota è calcolata ponderando la popolazione residente e la superficie compresa nel Parco) i Comuni di centrosinistra hanno giocato, all’ultimo momento, la carta della terza candidatura alla presidenza per provare a uscire dallo stallo creato in queste ultime settimane.
A inviare la mail, arrivata ai colleghi sindaci, alle 19.52 il sindaco di Missaglia Paolo Redaelli che ha poi avanzato la proposta anche di persona, durante l’assemblea del Parco, proponendo di trovarsi nuovamente a discutere il 9 dicembre per poi arrivare alla votazione del nuovo presidente e del nuovo consiglio di gestione il 16 dicembre.
Una proposta accolta, anche se poi è stata votata poi a larghissima maggioranza (con il voto contrario solo di Cernusco, Comune che ha sostenuto e lanciato la candidatura di Zardoni), con molto tepore visto che è apparso come l’ultimo, disperato, tentativo di opporsi a numeri che sancirebbero la vittoria, seppur solo con il 53% dei voti, del coordinatore delle Gev.
“Siete arrivati fuori tempo massimo” l’accusa, scagliata a più riprese, dai banchi del centrodestra con Ivan Pendeggia (Montevecchia) e Gennaro Toto (Cernusco) che hanno voluto ribadire come la fase delle candidature e delle loro analisi fosse ormai ampiamente superata.
Marco Panzeri (La Valletta) ha spostato invece l’accento sui motivi che hanno portato la sua amministrazione a non supportare la candidatura del presidente uscente Molgora: “Abbiamo convenuto sul fatto che il presidente non debba essere solo un gendarme che preservi ecologia e ambiente, ma debba essere una persona che costruisce la comunità del parco”. Il riferimento, anche se non esplicito, è andato al distretto del cibo che La Valletta vorrebbe far nascere insieme a Olgiate e Montevecchia, aprendo il campo anche alla discussione, con un reciproco scambio di accuse, sulla ventilata ipotesi di realizzare, all’interno dell’oasi verde, un parco avventure, equiparato, in un comunicato di Progetto Osnago, come la Disneyland del Parco. “Mi ha dato molto fastidio questa affermazione che reputo una speculazione. Non voglio passare come un sindaco che vuole costruire una Disneyland sul suo territorio quando abbiamo appena concluso un lungo iter di ampliamento del parco, tra l’altro naturale, nel territorio comunale”.
La risposta del sindaco di Osnago Felice Rocca non si è fatta attendere: dopo aver precisato che Progetto Osnago sia un’associazione culturale, il primo cittadino del Comune amministrato per dieci anni da Molgora, ha rimarcato, per due volte, che “se qualcuno ha individuato Disneyland nel Comune de La Valletta Brianza avrà i suoi motivi”. Quanto alla nomina del presidente, Rocca ha fotografato la situazione creata ieri con “la minoranza degli enti che ha la maggioranza dei numeri. Per questo è necessario discutere ancora per non avere un presidente di minoranza. Quanto alla comunità del Parco da creare spero che non sia una richiesta di alleggerire le regole”.
Nel dibattito si è inserito anche il vice sindaco di Olgiate Matteo Fratangeli: “Ho sempre auspicato la massima convergenza e la massima unità. Quindi do la disponibilità al rinvio della votazione, ma non sono disponibile a dire che il candidato proposto non sia idoneo: Zardoni merita una chance”.
Una posizione a cui si è allineato il sindaco di Sirtori Matteo Rosa, che ha espresso l’auspicio che i 15 giorni di tempo possano servire per portare la maggioranza a sostegno di Zardoni al 70% rispetto all’attuale 53,7%.
Un sostegno in cui gioca un ruolo determinante la Provincia di Lecco, ente che alle ultime elezioni del Parco si era invece astenuta. “Non sono la presidente delle astensioni: siamo chiamati a prendere delle decisiono. Mi hanno dato fastidio le insinuazioni sulla persona circolate in questi giorni e la narrazione a senso unico con la divisione in buoni e cattivi” le parole della presidente Alessandra Hofmann che ha voluto rispondere a chi l’ha accusata di essersi schierata.
Dal centro sinistra si è alzata la voce del sindaco di Merate Mattia Salvioni che, dopo aver ringraziato Molgora per il lavoro svolto, ha evidenziato, a fronte di una situazione di sostanziale pareggio, la necessità di prendersi tempo per analizzare la nuova candidatura e rivalutare quella di Zardoni alla luce delle richieste programmatiche avanzate dai sindaci.
Proprio sulla terza candidatura si sono poi focalizzati gli interventi con la richiesta di iniziare la discussione in merito a questo nome già subito al termine della riunione della comunità del parco, in modo da non perdere ulteriore tempo, in una partita che qualcuno voleva già chiudere lunedì sera.
La proposta di rinvio, con promessa di discussione contestuale, è stata messa così ai voti con l’approvazione di tutti i Comuni (con Montevecchia a malincuore) tranne che di Cernusco.
“Da sindaco che ha proposto il candidato ritengo scorretto definire le regole e cambiarle dopo perché queste non soddisfano qualcuno. Non abbiamo ancora capito perché Zardoni non vada bene” ha chiosato Toto mentre Matteo Colombo, primo cittadino di Valgreghentino, ha chiesto a tutti di compiere un passo indietro e procedere uniti sui quattro nomi (il presidente e i tre consiglieri del Consiglio di gestione).
Un’indicazione su cui si sarebbe concentrata poi la discussione svolta a porte chiuse con l’analisi della terza candidatura e sulle proposte dei consiglieri.