Turismo. Sul lago cala il “mordi e fuggi”, presenze in frenata a luglio

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Con lo stop dei treni non ci sono più gli “escursionisti”

Beri (Federalberghi): “C’è meno sovraffollamento, la chiusura della ferrovia ha portato dei vantaggi”. Dadati (Camera di Commercio): “Ferrovia basilare come TPL, ma in certe località porta flussi insostenibili”

LECCO – Di bus sostitutivi, viabilità alternative, disagi causati dall’interruzione della linea ferroviaria Lecco-Tirano si è discusso in lungo e in largo specialmente negli ultimi due mesi, quelli più “caldi” non solo per le torride temperature estive. Chiusura necessaria, per realizzare interventi di potenziamento, che sta cambiando anche il modo di vivere il lago e modificando i flussi turistici che si riversavano sulla zona, facendo emergere nuove tendenze su cui gli esperti del settore hanno espresso le loro riflessioni. Quella più evidente, è che è diminuito fortemente il turismo “mordi e fuggi”.

Severino Beri
Severino Beri presidente di Federalberghi Lecco

“Ci sono meno “escursionisti” – riferisce Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco – non c’è più quella massa che si riversava sul lago. Bar e ristoranti un pochino ne stanno risentendo, ma le altre tipologie di turisti continuano a essere presenti sul territorio, e non percepiscono la mancanza del treno come un problema, anche perché si tratta di soggetti che si spostano con viaggi organizzati e transfer. Inoltre, è da mesi che le strutture alberghiere avvisano della chiusura ferroviaria”.

Per Beri lo stop dei mezzi su rotaia e l’assenza degli “escursionisti”, come sono stati definiti, ha portato benefici al turismo: “Non c’è più ressa, sovraffollamento e tanti problemi come lo sfruttamento del territorio e i cestini pieni non li stiamo più vivendo. Alla luce di ciò, il fatto che non ci siano i treni ci rende da un lato contenti, lo siamo meno per chi lavora e vive qui. Terminati gli interventi però sapremo godere di un servizio più puntale e preciso”.

Fabio Dadati
Fabio Dadati

Che il territorio sia tornato un po’ a “respirare” lo conferma anche Fabio Dadati, albergatore e componente della giunta della Camera di Commercio di Como-Lecco con delega al turismo: “La mia attività di Malgrate non ha subito l’impatto diretto dello stop ai treni, anzi si riscontra un aumento del flusso giornaliero sul lungolago. Certamente in paesi come Varenna la vivibilità è migliorata. Sebbene la ferrovia sia basilare come trasporto pubblico locale, in certe località porta flussi insostenibili soprattutto in un territorio come il nostro chiuso tra lago e montagna che presenta già di per sé delle complessità”.

In generale però, nel lecchese, si registra un calo di presenze nel mese di luglio, dopo un giugno positivo: “Non sappiamo di preciso a cosa sia dovuto – racconta Dadati – la tendenza a livello lombardo è che in questo periodo gli afflussi diminuiscano”. A confondere la situazione l’aumento esponenziale negli ultimi anni delle case vacanze in tutta la provincia (se ne sono aggiunte 500 solo quest’anno), in netta maggioranza rispetto agli alberghi (si parla di quasi 6000 appartamenti contro una sessantina di strutture alberghiere operative) e che fino a qualche anno fa non esistevano: “In un contesto di questo tipo è inevitabile che l’occupazione media diminuisca, non perché ci siano meno persone ma perché l’offerta aumenta”.

Nuove case vacanze che preoccupano, per certi versi: “Oltre a saturare il settore, tolgono gli ultimi alloggi disponibili alle persone che cercano casa. La mia preoccupazione è che, di fronte a questo fenomeno, ci sia una reazione da parte dei cittadini contro i turisti”, sottolinea Dadati.

Guardando al solo comparto alberghiero il consigliere con delega al Turismo invece riferisce: “Maggio e giugno si sono rivelati mesi buoni, con crescita, luglio invece è frenato, prevediamo un calo del 10%. Ad agosto dovrebbe esserci una ripresa, ma siccome molte prenotazioni sono last minute è difficile fare pronostici precisi. Sono convinto però che a fine stagione i numeri di arrivi e presenze saranno positivi”.

Anche rispetto al Paese di provenienza dei turisti Lecco ha cambiato “pelle”: “Prima c’erano soprattutto tedeschi ed europei, ora nordamericani, inglesi e francesi – spiega Dadati – ma anche arabi. Gli italiani invece frequentano più nella media-bassa stagione”.

Per avere dati puntuali sull’andamento della stagione bisognerà attendere almeno settembre, intanto però il quadro che si è delineato mostra un cambiamento importante dei flussi turistici sul nostro lago, e nuove evoluzioni sono attese con la riapertura della ferrovia.