In Piazza Diaz presidio con la Cgil e le associazioni
“Stiamo assistendo a pagine di storia atroci. La pace è un diritto, il silenzio non ha giustificazioni”
LECCO – Una piazza piena e partecipe venerdì pomeriggio a Lecco, dove si è tenuto un presidio promosso dalla CGIL insieme alle associazioni del Tavolo lecchese per la pace. L’iniziativa si è inserita nella giornata nazionale di sciopero e mobilitazione indetta dal sindacato per denunciare la drammatica situazione in Palestina.
Il segretario generale della CGIL Lecco, Diego Riva, ha aperto il momento di riflessione ricordando come la presenza in piazza significhi “scegliere di non rimanere indifferenti, farsi portavoce di giustizia e umanità”. Ha poi sottolineato la buona adesione allo sciopero sul territorio lecchese.

Dal sindacato sono arrivate parole dure contro l’aggravarsi della crisi a Gaza: ospedali distrutti, bambini senza cure, famiglie intere cancellate. “Noi non possiamo tacere – è stato ribadito – non permetteremo che la normalizzazione dell’orrore spenga la nostra indignazione”.
Le richieste avanzate al Governo italiano sono chiare: condanna dell’invasione israeliana, denuncia dei crimini di guerra, apertura di corridoi umanitari, ripristino del diritto internazionale e riconoscimento dello Stato di Palestina.
Ad intervenire è stato anche il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, presente con la fascia tricolore. “Non c’è luogo diverso dove un sindaco dovrebbe essere – ha dichiarato – stiamo assistendo a pagine di storia atroci, a uno sterminio programmato e cinico, dove qualcuno è persino arrivato ad interrogarsi su cosa sia un bambino. Non abbiamo perso il senso dell’umanità, non noi. Eppure i governi, la comunità internazionale, balbetta. Non sa definire le cose e non sa agire per quanto accade, per interesse, forse perché dopo il business della guerra qualcuno sta già facendo i conti con il business della pace. Ma la pace è un diritto, quindi di fronte a queste atrocità tutti noi come società civile siamo coinvolti e sentiamo un sussulto di umanità che interpretiamo oggi in questa piazza e in quello che le associazioni continuano a fare per risvegliare le coscienze. Tutto giova perché la coscienza non si assopisca”.
“Sappiamo bene che facciamo gesti simbolici – ha continuato Gattinoni – qualcuno ci accuserà di essere utopici. Ma il silenzio non ha giustificazioni, e se stessimo in silenzio dovrebbe urlare la nostra coscienza. Dobbiamo metterla in piazza, questa coscienza, fare vedere da che parte stiamo. Le comunità vogliono la pace e quando i governi vogliono le guerre noi dobbiamo ricordarci sempre che la guerra è il male assoluto. In questi momenti in cui siamo sul crinale e siamo tutti preoccupati per quello che può succedere il fatto di avere una comunità come voi che parla la stessa lingua della pace e dell’impegno è un germe di speranza, e la speranza è il messaggio più grande che vogliamo lanciare oggi da qui fino a Gaza”.
Durante il presidio si sono alternati interventi di rappresentanti di associazioni e movimenti locali, che hanno ribadito la necessità di non abbassare la voce e continuare a promuovere iniziative di solidarietà e sensibilizzazione.
Intanto, i sindacati di base hanno proclamato per lunedì 22 settembre una nuova mobilitazione con lo sciopero che interesserà trasporti, logistica, infrastrutture e anche le scuole. “Noi non possiamo tacere – ha ribadito Riva – Questa piazza, e le tante che oggi si stanno riempiendo in tutta Italia, servono a dire chiaramente che siamo contrari a questa logica di occupazione e annientamento. Oggi siamo qui anche per chiedere al nostro Governo di uscire dall’ambiguità e assumersi la responsabilità di una scelta netta, chiara e coraggiosa”.

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