Quando il bar diventa spazio di cura e relazioni: torna l’iniziativa ‘Caffè Aperto’

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caffè aperto

Ogni lunedì mattina presso l’Offi Coffee di Officina Badoni

ll progetto, rivolto alle persone affette da Gravi Cerebrolesioni Acquisite, è promosso dalla Cooperativa Sociale La Vecchia Quercia

LECCO – È ripartito questa mattina, 20 ottobre, lo spazio “Caffè Aperto”, promosso dalla Cooperativa Sociale La Vecchia Quercia nell’ambito del progetto ‘Tra-me e te’ e rivolto alle persone affette da GCA – Gravi Cerebrolesioni Acquisite, ai loro caregiver, familiari, operatori ed educatori, ma anche a semplici cittadini interessati a conoscersi e confrontarsi sui temi della disabilità acquisita. Dopo il successo dello scorso anno, l’iniziativa è tornata all’Offi Coffee dell’Officina Badoni, sede della Fondazione Comunitaria del Lecchese, ormai punto di riferimento per incontri e progetti sociali in città. “Un luogo che si è trasformato in un centro di scambio e relazioni per la comunità”, ha ricordato la presidente Maria Grazia Nasazzi intervenuta per un saluto.

L’assessore Manzoni

Presente anche l’assessore al Welfare del Comune di Lecco Emanuele Manzoni, che ha sottolineato il valore sociale di questi momenti: “Dentro ai bar si creano processi di accompagnamento che sono alla base della comunità. Questo spazio è prezioso sia per la capacità di mettersi in connessione che per l’opportunità di ritrovare una nuova dimensione di sé stessi, stando semplicemente davanti a un caffè. Buon lavoro e grazie per l’impegno.”

Durante l’incontro sono state presentate alcune opere di poesia e arte terapia realizzate lo scorso anno dai partecipanti, oggi esposte sui muri dell’Offi Coffee: piccoli frammenti di parole e colori che raccontano percorsi di fragilità e rinascita, come raccontato dalle educatrici che hanno seguito i laboratori.

Un percorso per non sentirsi soli

“Non bisogna rinchiudersi o pensare che non ci sia più scampo dopo un evento invalidante” spiegano Lorenzo Vassena, educatore del Servizio di Formazione all’Autonomia (SFA) Artimedia della Cooperativa La Vecchia Quercia di Calolziocorte, e Monica Mosca, coordinatrice. Le GCA – Gravi Cerebrolesioni Acquisite – sono lesioni cerebrali dovute a ictus, traumi, infezioni o interventi neurochirurgici che possono compromettere funzioni motorie, cognitive, sensoriali ed emotive. “In un solo momento ciò che la persona era viene spazzato via: progetti, aspettative, rapporti e la stessa immagine di sé vengono messi in discussione. La persona e la sua famiglia devono ristabilire ruoli e responsabilità, facendo i conti con un passato che non potrà tornare e con un futuro incerto. È proprio in questa fase delicata che interviene il Servizio di Aiuto all’Inclusione e alla Vita Indipendente (SAI), in collaborazione con la cooperativa, per offrire sostegno personalizzato e percorsi di autonomia”.

Lorenzo Vassena

Una rete di servizi e un nuovo progetto

Il SAI è un punto di riferimento provinciale per le persone con disabilità e le loro famiglie. Ogni anno prende in carico circa quindici nuovi casi di GCA, costruendo progetti individuali di inclusione e partecipazione. Accanto al servizio pubblico, la Cooperativa La Vecchia Quercia, attiva da quasi quarant’anni nella provincia di Lecco, opera nei Servizi di Formazione all’Autonomia (SFA) di Oggiono e Calolziocorte, dove dal 2010 a oggi sono state seguite 31 persone con gravi cerebrolesioni. L’obiettivo: accompagnarle verso una vita il più possibile indipendente, restituendo valore alla quotidianità e alle relazioni.

Da questa esperienza nasce anche il progetto “TRA-ME e TE: intessere storie e relazioni dopo una cerebrolesione acquisita”, selezionato nel bando Ordinario Multisettore 2024/2 della Fondazione Comunitaria del Lecchese.

L’iniziativa – realizzata con il contributo dell’associazione Nuovamente – si articola lungo tre assi: Empowerment personale, attraverso attività espressive e creative; Sostegno ai familiari, con incontri di gruppo e momenti di confronto; Sensibilizzazione del territorio, con iniziative pubbliche e uno sportello di ascolto.

“Un’opportunità di rinascita”: la voce di Paolo e Bruna

A testimoniare il valore di questo percorso è la storia di Paolo, utente dello spazio “Caffè Aperto”, insieme alla caregiver Bruna: “Per 35 anni ho lavorato come calzolaio, il mio negozio era a Malgrate. Poi mi sono ammalato: un tumore al cervello mi ha portato via la mia autonomia, ho dovuto chiudere il negozio e mi sono chiuso in me stesso. Questa è stata un’opportunità di rinascita, un luogo dove esprimermi, conoscere persone nella mia stessa condizione, confrontarmi sulle fatiche ma anche sulle cose belle. Adoro il laboratorio di poesia in particolare: con le parole racconto chi sono.”
Bruna aggiunge: “È importante essere fuori dal contesto clinico e tradizionale del percorso di cura. Ci si trova al bar, davanti a un caffè, e si condividono gioie e fatiche. Con alcuni dei partecipanti abbiamo instaurato un rapporto e ci vediamo o sentiamo anche al di fuori di questi incontri.”

Gli appuntamenti

Il Caffè Aperto si svolge ogni lunedì mattina dalle 10 alle 11.30 all’Offi Coffee dell’Officina Badoni. A novembre, presso la Libreria Mascari 5, è invece previsto un laboratorio di scrittura creativa per i caregiver, articolato in quattro incontri, pensato per offrire nuovi spazi di racconto e condivisione (QUI la locandina).