LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Egr. Direttore
Mi si permetta una osservazione nel merito dell’articolo sulla targa repubblichina laddove si parla di grande pacificazione. E’ del tutto evidente, che se tale inciso è stato da me pronunciato deve esserne sottolineata la carica farsesca. La grande pacificazione è avvenuta con la fine del fascismo e la sua sconfitta. Quella messa in scena con i suoi eredi al governo qualche anno fa, di cui la targa ne è un esemplare ad uso politico, rientra in questa dimensione della farsa. E di strumentalizzazione della storia alla politica.
Mi permetto però di precisare ulteriormente il mio pensiero rispetto a quanto per il resto correttamente da voi riportato.
Me ne sono andato dalla commissione per un fatto molto semplice. Che lì si subordinava la rimozione della targa appesa sullo stadio Ceppi-Rigamonti, all’esistenza di un’accordo con l’opposizione, tra le quali, insisto, fanno tra l’altro mostra di sé persone che non hanno mai ripudiato il fascismo. Niente di personale, perchè su quel piano non c’è assolutamente avversità. Anzi.
E’ questa subordinazione di vincolare la rimozione all’accordo, che non è accettabile, perché il consiglio comunale nella sua delibera dichiarava che la targa si sarebbe dovuta togliere, in ogni caso, ovvero, accordo sì o accordo no, entro il 31 dicembre 2012. Questo non è avvenuto.
L’antifascismo non si contratta. E’ il nostro DNA. E’ lì in Costituzione. Non dobbiamo chiedere. Dobbiamo essere eventualmente ancora risarciti.
L’accordo, come sembra è stato trovato. Ma non certo con tutti, sicuramente non con me. A dimostrazione per l’ennesima volta, che il Sindaco, (e il Pd?), decide lui chi fa parte dell’accordo e chi no. Io non ne faccio parte. Eppure sono in maggioranza. Ma, miracolo, l’accordo c’è.
Insomma è del tutto evidente che sia ragionevole pensare di trovarmi nello stesso luogo in cui stanno le ruote di scorta; e che perlomeno ci sono due pesi e due misure. Se solo ci si permette, a volte , di esprimere dissenso, trovandosi a “condividere”, da postazioni opposte e con altre ragioni, gli stessi voti della minoranza, beh, allora mal ce ne incolga, perché parte, come per un riflesso condizionato, dal pulpito PD la caccia alle streghe, e la minaccia di chissà quali incredibili espulsioni dalla maggioranza. Dimentichi che siamo la maggioranza, perché lì ci ha messo l’elettorato.
Eppure il compito del PD dovrebbe essere quello di garantire l’autosufficienza della maggioranza, senza ricercare, come in questi casi, accordi che lasciano fuori pezzi di maggioranza.
E’ del tutto evidente che la posizione del PD di tenersi sempre e in ogni caso le mani libere e all’assoluta sua noncuranza nei confronti dei suoi partner, diventa forte la tentazione di agire in modo simmetrico, aprioristicamente.
Non lo faremo. Ma questo non ci impedirà di esprimere dissenso, motivandolo. Non ci faremo silenziare. Come Monti consiglia.
Ci basta solo aspettare. per toglierci le nostre ragioni e soddisfazioni. Su un tema come quello dell’IMU, che l’anno scorso avevamo, contro il PD, provato, timidamente, ad emendare, ora anche l’U.E ci dà ragione, dichiarandone la non progressività e l’iniquità”.
Alessandro Magni
Consigliere FdS&SEL