Amianto: entro il 30 segnalarne la presenza ad Asl e Comune

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LECCO – La scadenza per l’auto-segnalazione della presenza di amianto nel proprio edificio si avvicina. Mercoledì 30 gennaio è infatti la data stabilita dalla Regione Lombardia entro la quale i cittadini sono chiamati a far pervenire all’Asl (e per conoscenza al Comune di Lecco) i moduli relativi alla presenza di questo minerale, le cui fibre, se respirate, risultano essere molto dannose.

Obiettivo della normativa regionale quello di permettere la stesura di un censimento dettagliato degli edifici che contengono amianto in tutte le sue forme, compreso anche il molto frequente cemento-amianto, conosciuto come Eternit. Una mappatura, quindi, che permetterà al Comune di Lecco di comprendere più a fondo la portata di un problema che non riguarda solo il singolo proprietario dell’immobile con amianto, bensì l’intera cittadinanza.

Per facilitare coloro che proprio in questi giorni si stanno muovendo per rispettare la scadenza, cerchiamo di conoscere meglio la normativa in merito, di capire quali sono i passi da compiere e i rischi che si corrono nel caso in cui le coperture di amianto versino in cattive condizioni.

“Il Piano regionale amianto Lombardia (conosciuto come Pral) – spiega il vicesindaco del Comune di Lecco nonché assessore all’Ambiente, Vittorio Campione – stabilisce come scadenza per la completa bonifica sul territorio lombardo la fine del 2015. Si tratta, come si può immaginare, di un traguardo non semplice da raggiungere e che necessita di una serie di azioni intermedie. Oggi, quindi, ci occupiamo di un passaggio preliminare, ossia venire a conoscenza delle aree in cui è presente questo minerale”.

Ma come procedere con l’auto-segnalazione? A spiegarlo è Roberta Colombo, direttore del Servizio Demanio – Ambiente del Comune. “Già dall’autunno è presente sul nostro sito una sezione dedicata dove è possibile trovare una lettera di presentazione già impostata, il modulo NA/1 da compilare per notificare la presenza di amianto e il Protocollo per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto. Seguendo le istruzioni riportate sul sito, sarà possibile portare a termine con maggiore facilità il procedimento di auto-denuncia. Per il momento abbiamo ricevuto solo poche decine di documenti, per questo vogliamo ricordare l’imminente scadenza”, pena sanzioni che per legge possono andare dai 100 ai 1.500 euro.

Un primo passo, quindi, che per il momento non obbligherà i cittadini a bonificare le coperture, come spiega il dottor Giovanni Achille del dipartimento di Prevenzione medica dell’Asl di Lecco. “In questa prima fase è fondamentale riuscire ad avere una mappatura più dettagliata dei mq di copertura contenente amianto presenti sul territorio provinciale. Al proprietario sarà anche richiesto di occuparsi di tenere monitorato lo stato di conservazione di questo materiale attraverso delle opportune indagini. Solo in caso di una copertura rovinata e, quindi, pericolosa, sarà necessario intervenire subito bonificandola o rimuovendola e smaltendola in modo definitivo”.

Venendo ai danni che una mancata messa in sicurezza delle coperture contenenti amianto può provocare sulle persone, “è ormai certa – prosegue Achille – la stretta correlazione che intercorre tra alcune forme di tumore e l’esposizione a fibre di questo minerale. In caso di cattive condizioni del materiale, si liberano nell’aria queste fibre, estremamente dannose perché causa di tumori quali il mesotelioma pleurico. Se guardiamo ai dati della provincia di Lecco, ogni anno abbiamo in media 15/20 casi di questa malattia e la causa è sempre l’esposizione ad amianto, un’esposizione che può essere sia professionale che ambientale. Anche i tumori ai polmoni – continua – possono avere tra le cause l’inalazione delle fibre, ma in questo caso in genere non si tratta dell’unico fattore scatenante”.

Ma la cosa che forse non tutti sanno è che le persone a rischio non sono solo coloro che possiedono una copertura contenente amianto: “in realtà si tratta – precisa Achille – di un problema di salute pubblica, in quanto le fibre disperse tendono a salire nell’aria e a ridiscendere seguendo una traiettoria ad ombrello. Questo significa che è importante stimare i mq complessivi di copertura presenti in un intero quartiere per poi riuscire a comprendere la portata dei rischi”.

Infine una rassicurazione: se tenuto monitorato e in sicurezza, l’amianto non provoca alcun danno alle persone. “È inutile allarmare o, all’opposto, tranquillizzare in modo eccessivo. Quello che conta – è il commento del dottor Achille – è informare correttamente. Tenere sotto controllo lo stato di conservazione è fondamentale”, cosa che “stiamo facendo – conclude Roberta Colombo – per quegli edifici pubblici da cui l’amianto non è ancora stato rimosso. Mi riferisco, ad esempio, alle scuole di Germanedo, Acquate e Maggianico e a parte del Centro Sportivo Bione, dove un costante piano di monitoraggio da parte dell’Asl ne assicura la sicurezza”.

Per informazioni consultare il sito del Comune di Lecco: www.comune.lecco.it