Lavello: tagliate le radici, ora i pini rischiano l’abbattimento

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CALOLZIO- Era stato denunciato qualche settimana fa, il taglio, a danno dei pini del viale che costeggia il fiume Adda al Lavello, da parte dell’impresa che stava svolgendo gli scavi correlati ai lavori della tangenzialina; ieri sera, lunedì 30 novembre, la commissione territorio a Calolzio, ha affrontato la questione, proponendo quelle che potrebbero essere le soluzioni.

L’architetto dell’ufficio tecnico, Federici,  ha informato la commissione, “è già stato incaricato un agronomo”, che il prossimo giovedì, alla presenza del perito dell’assicurazione dell’impresa, che sosterrà tutti i costi, procederà a fare cinque prove su piante interessate da diverse gravità di taglio delle radici; consistente, poco consistente e nullo, per verificarne soprattutto la stabilità, “sulla base dei risultati vedremo come procedere”.

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Gli uffici comunali sarebbero venuti a conoscenza in ritardo del fatto, quando ormai l’impresa aveva coperto le radici, in quanto gli scavi, previsti per martedì 10 novembre, erano stati posticipati al giorno successivo a causa del mercato, non tenendo conto della Festività del Patrono S. Martino e la conseguente chiusura del municipio. Il capogruppo di maggioranza Monteleone sostiene che la chiusura degli uffici non giustifichi l’impresa, “dovevano fermarsi e riprendere i lavori dopo averci informati… non appena saputo abbiamo attuato tutte le procedure”.

La discussione si è focalizzata sui tempi di intervento, quindi se adoperarsi subito o aspettare la primavera in modo che si possano individuare facilmente, osservando la chioma, gli alberi che hanno resistito e quelli troppo compromessi, a questo proposito, l’esponente di Lega Nord Marco Ghezzi , riportando le parole dell’agronomo Pelagatta, uno dei primi a denunciare il fatto, sostiene il che “alcune radici erano portanti e la staticità della pianta ormai è compromessa, ma per quanto riguarda le malattie la cosa è più grave, bisognava curare le radici prima di coprirle con la terra…- infatti una volta rinterrate potrebbero essere attaccate da funghi- i danni ormai sono irreparabili, ma c’è la possibilità di riaprire, aspirando la terra con un apposito macchinario che non danneggia la pianta”.

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“La mia proposta – ha proseguito – è di adottare subito questa soluzione per scongiurare che si rovini quella che è l’area più bella di Calolzio… Non possiamo accontentarci di una prova su cinque piante, perché i danni non si possono prevedere oggi”. La proposta di Dario Gandolfi è, invece, quella di aspettare fino alla prossima primavera  ed eventualmente sostituire gli alberi compromessi, “si potrebbe estendere la garanzia fino a 2 o 3 anni”.

l'assessore Mazzoleni e l'architetto Federici
l’assessore Mazzoleni e l’architetto Federici

 

L’assessore Sonia Mazzoleni, interessata in prima persona in quanto incaricata di ecologia e  tutela del territorio e dell’ambiente, si dice molto dispiaciuta; “ho inviato le comunicazioni necessarie per individuare le responsabilità e ho già espresso le mie considerazioni all’impresa… adesso aspettiamo, alcune piante erano già compromesse indipendentemente dal taglio delle radici, ciò non toglie che sono state tagliate delle radici importanti. Il Parco Adda Nord aveva visualizzato e autorizzato le operazioni, anche se nei progetti si vede che il tracciato passa vicino alle piante. L’agronomo deciderà per l’abbattimento o meno, anche se da parte dell’amministrazione non c’è questa intenzione, prima di tutto però dobbiamo pensare alla sicurezza delle persone”.

La commissione al termine della discussione è stata concorde sul convocare una seconda seduta ad hoc, in cui sarà previsto un confronto diretto con l’agronomo per avere una visione quanto più chiara e complessiva.

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