LECCO – Rincari del 8,7% in un anno e di oltre il 205% in otto anni: il prezzo dell’acqua pubblica a Lecco è praticamente triplicato, passando dai 123 euro di spesa annua nel 2007 ai 376 euro nel 2015.
Una bolletta “salata” per i lecchesi che ricalca la media nazionale e che risulta essere la più cara in Lombardia. I vicini comaschi spendono all’anno circa 240 euro per il servizio idrico, in provincia di Varese la spesa si attesta invece a 198 euro, 255 euro per i sondriesi e appena 140 euro per i milanesi.
I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuo di 192 metri cubi di
acqua e sono comprensivi di Iva al 10%.
Lecco si è aggiudicata il 52esimo posto per costo dell’acqua nella classifica di Cittadinanza Attiva che ha pubblicato in questi giorni il dossier 2016 sul servizio idrico in Italia.
Fra i capoluoghi di provincia, le città più care si confermano essere le toscane: Grosseto e Siena con €663 prendono il posto occupato nel 2014 da Firenze, seguono Livorno (€628), Pisa (€621), Carrara (609€). Isernia si conferma come città meno cara (€117, erano 120 nell’anno precedente); segue Milano con i suoi €140 (ed un aumento del 3%)
A livello regionale il triste primato va alla Toscana: la spesa media in un anno è di €590, con una variazione del 12,2% rispetto al 2014; inoltre, ben nove delle dieci città più costose sono capoluoghi toscani. Evidente rialzo anche in Valle d’Aosta (+10,5%) e in Abruzzo (9,8%).
Prendendo in considerazione le singole componenti del servizio idrico integrato, la tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata nella città di Pesaro e Urbino (€371) con una spesa di oltre 37 volte superiore a quella riscontrata nella città di Aosta (€10). Depurazione e fognatura costano complessivamente di più a Carrara (€ 294), circa 7 volte di più rispetto a Imperia (€40). La quota fissa più elevata è a Gorizia (€108), 29 volte superiore a quella di Milano (€3,70).
Non è migliore il dato sulla dispersione idrica: in Italia in media un terzo dell’acqua immessa nelle tubature va sprecata; nelle aree meridionali del Paese si arriva al 43%, ma a livello regionale le più sprecone sono Lazio (60% il livello di dispersione idrica nel 2014) e Sardegna (52%).
Anche a Lecco la dispersione idrica è un aumentata dal 2007 passando dal 17% al 30%.