LECCO – Situazione treni in Lombardia, riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Antonio Gilardi, ex vicesindaco Olginate e pendolare
“Nella giornata di ieri si è tenuta l’audizione in V Commissione regionale Territorio ed Infrastrutture con il nuovo amministratore delegato di Trenord Marco Piuri che, tenetevi forte cari pendolari amici di sventura, ha candidamente ammesso: ‘nei prossimi 24 mesi le condizioni strutturali del sistema non si modificheranno’, ergo il sistema ferroviario lombardo è destinato a rimanere lo stesso per almeno altri due anni.
Come ampiamente prevedibile, la soluzione tampone dello scorso mese di agosto di introdurre 9 treni usati (ad oggi ne sono arrivati, tra l’altro, solo due) e 20 dipendenti distaccati da altre regioni italiane, non ha minimamente scalfito la tragica situazione nella quale versa, ormai da anni, il trasporto ferroviario in Lombardia.
Finalmente, nonostante si sia cercato di distogliere l’attenzione dai veri problemi passando intere giornate a parlare della governace societaria ed a rimpallarsi le colpe tra Trenord e Trenitalia, il nodo è venuto al pettine: ci si è resi conto, forse una volta per tutte, che la tanto sbandierata eccellenza lombarda non è tale quando si parla del trasporto ferroviario!
A dire il vero ci aveva già tentato il precedente AD di Trenord, Cinzia Farisè, a denunciare attraverso una lettera all’allora Presidente Maroni che ‘vi è un rilevante rischio di non potere assicurare nel breve medio periodo il servizio ferroviario su alcune linee’ e ‘la vetustà del materiale rotabile ha raggiunto limiti insostenibili su alcune flotte’. Era il non tanto lontano 26 agosto 2017 ed invece di prendere sul serio questo grido d’allarme si è preferito, forse perché più facile, esonerare l’allenatore.
Vi chiederete allora, una volta ammessi almeno in parte i peccati – rispetto al 2017 ad esempio vi è stato un ulteriore calo dell’indice di puntualità, passato dal 84% al 79%, ed un incremento dei treni soppressi, dal 2.54% al 5.15% (di cui il 65% a causa di treni vetusti) – che soluzione sarà mai stata proposta? E qui viene il bello, si fa per dire. Al fine di invertire la tendenza e ‘ricominciare ad andare verso la normalità’ è necessaria una ‘rimodulazione del servizio’, ovvero tradotto dal politichese, sostituire i treni più vecchi, per ora solo sulle linee meno frequentate, con autobus! Un po’ come indossare un cappello al posto di una mantella durante una giornata di pioggia…
Nessuno di noi, io in primis, ha la bacchetta magica, ma secondo il mio modesto parere sarebbe opportuno voltare seriamente pagina e mettere in campo una volta per tutte, attraverso una azione coordinata tra RFI e Trenord, un serio piano di sviluppo e di investimenti attorno a questi tre capisaldi: incremento del personale oggi sotto organico, inserimento di materiale rotabile nuovo e potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria. So benissimo che il tutto non può avvenire nel giro di qualche mese, ma non possiamo di certo continuare ad andare avanti così come negli ultimi anni perdendo dell’inutile tempo a rimpallarsi le colpe ed a sacrificare sull’altare dei pendolari solo gli amministratori delegati che, come colpa, hanno solo quella di seguire gli indirizzi politici dettati tra l’altro dalla Regione stessa.
Un’ultima considerazione poi. Mi auguro che a livello nazionale non vada in porto la follia di salvare Alitalia attraverso la fusione con Trenitalia. Il trasporto locale è stato sacrificato per anni a vantaggio dello sviluppo dell’alta velocità (che tra l’altro oggi ha raggiunto ottimi livelli di efficacia ed efficienza): evitiamo la beffa di buttare al vento questi sacrifici per salvare una compagnia aerea ormai decotta e piena di debiti!
Anche i poveri pendolari meritano rispetto! Si prenda finalmente atto che non sono cittadini/utenti di serie B!”