ABBADIA LARIANA – Lo scorso fine agosto, in concomitanza con la ricorrenza liturgica di San Bartolomeo apostolo, l’edificio era stato aperto al pubblico con un’iniziativa particolarmente apprezzata da quanti avevano avuto l’opportunità di intervenire, anche perché in quella stessa occasione il parroco del paese, don Vittorio Bianchi, aveva fatto conoscere la vita del santo al quale è dedicata la ex chiesa e ricordato origini e storia di quello stesso edificio, situato in località Castello, tra San Rocco e Novegolo.
Nell’occasione era stato manifestato pieno apprezzamento per i possibili utilizzi futuri dello stabile e per i progetti di Alessandro Longoni, il privato cittadino originario di Desio ma residente ad Abbadia che a fine 2013 aveva acquisito la ex chiesa di San Bartolomeo dopo avere ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte dell’Ufficio amministrativo e Arte sacra della Curia e della Soprintendenza per i beni storici e artistici.
La condizione posta per l’acquisizione dell’ex edificio sacro era stata quella di non procedere a variazioni di destinazione se non quella di uso espositivo e museale e Longoni aveva detto da subito di essere intenzionato a muoversi proprio in quella direzione.
Suo intento era e resta cioè quello di mantenere vivo il ricordo della storica ex chiesa, utilizzando la struttura per eventi di vario tipo (in particolare di carattere culturale e sociale) e quale location per manifestazioni celebrative.
Ieri sera, lunedì 27 ottobre, Longoni è tornato con un gruppo di amici all’interno della ex chiesa per il “battesimo delle luci”. Di recente il proprietario ha infatti ottenuto il benestare appunto per illuminare internamente l’edificio, su cui si dovrà ora intervenire con un’adeguata opera di ristrutturazione.
Ma intanto il “battesimo delle luci” di ieri sera e il brindisi finale che l’ha accompagnato hanno sancito il nuovo passo compiuto sulla strada del recupero dell’edificio, con il monastero la più antica costruzione religiosa di Abbadia, sconsacrata nel 1970 su richiesta dell’allora parroco don Giovanni Zaboglio in considerazione delle precarie condizioni statiche dello stabile.
La richiesta di alienazione del bene era stata avanzata successivamente da don Giovanni Villa, parroco sempre ad Abbadia dal 1995 al 2010.