Caldone e rischio esondazioni: si studia la messa in sicurezza

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Il percorso del Caldone che scende verso la città sfociando nel lago

 

LECCO – Un team del Politecnico da settimane si sta occupando di monitorare uno dei principali torrenti che attraversano il capoluogo manzoniano sfociando nel lago: il Caldone, osservato speciale dagli esperti dell’ateneo che, incaricati dal Comune, stanno studiando il corso d’acqua e i rischi idrogeologici ad esso connessi.

Come evitare che, in caso di forte maltempo, il torrente possa esondare? E’ questa la domanda a cui stanno lavorando gli specialisti del Poli, guidati dalla prof.ssa Monica Papini e dall’ing. Laura Longoni che giovedì sera, al fianco dell’assessore Gaia Bolognini, hanno relazionato in commissione comunale i primi esiti dello studio.

Un “test pilota” per il quale è stato scelto il Caldone in quanto tipico corso d’acqua montano, per pendenza e velocità di scorrimento, e per la sua prossimità alle abitazioni che lo rendono un pericolo in caso di straripamento.

I rilievi degli esperti del Politecnico al torrente
I rilievi degli esperti del Politecnico al torrente

 

“La cosa più difficile da prevedere, analizzando il fenomeno idrogeologico, è come si muoverà il sedimento che si deposita sul letto del fiume, creando il rischio di esondazioni anche a portate non eccessive” ha spiegato l’ing. Longoni.

Il lavoro dei tecnici si è diviso in differenti fasi, dall’inquadramento geologico, con sopralluoghi e mediate l’utilizzo di un dronte, al censimento dei punti di criticità all’analisi del materiale fine e grossolano presente sul fondo del torrente. Capirne i movimenti è stato possibile sfruttando dei sensori a radiofrequenza installati su alcuni sassi e sedimenti, altri sono stati colorati di giallo e rosso, per verificarne lo spostamento in seguito a forti precipitazioni e quindi ad un aumento della portata del torrente.

L'analisi dello spostamento di sassi colorati di giallo e dei sedimenti
L’analisi dello spostamento di sassi colorati di giallo e dei sedimenti

 

Il fondo è stato scandagliato attraverso l’utilizzo di un georadar, sfruttando tecnologie ‘low cost’. Controllate anche le vasche di contenimento per le quali è stata valutata la frequenza necessaria delle operazioni di svuotamento.

Le verifiche hanno interessato anche il torrente Grigna, affluente del Caldone, lungo il canalone Porta, ed anche in centro, in viale Costituzione dove il corso d’acqua scorre al di sotto della strada. Cinquanta le schede (compete di dati, foto e immagini cartografiche) che inquadrano le sezioni del Caldone, individuandone i punti di criticità.

La collaborazione tra Politecnico e Comune prosegue per nuovi approfondimenti ( lo studio deve essere ancora completato) e delineare le modalità di intervento che la messa in sicurezza complessiva del torrente.

Le operazioni di studio al di sotto della strada, in centro città
Le operazioni di studio al di sotto della strada, in centro città

 

L'evoluzione della portata del Caldone, il picco si riferisce alla bomba d'acqua del 5 agosto
L’evoluzione della portata del Caldone, il picco si riferisce alla bomba d’acqua del 5 agosto