CALOLZIOCORTE – “Nei prossimi giorni i consiglieri del Comune di Calolziocorte dovranno fare una scelta difficile, che è doveroso ponderare molto bene. Per una volta, non c’entrano le dispute partitiche, le strumentalizzazioni e le prese di posizione pregiudizievoli. Si tratta molto più semplicemente di scegliere la strada migliore per valorizzare un patrimonio costruito negli anni dalle precedenti amministrazioni, a partire da chi con lungimiranza decise di costituire una società comunale pubblica di servizi per i cittadini di Calolziocorte. Preso atto che le leggi nazionali hanno progressivamente imposto lo smantellamento di Ausm (azienda partecipata del Comune) o comunque ne hanno reso sempre più difficile il proseguimento dell’attività a favore di società di dimensioni maggiori, nostro dovere è salvaguardarne il patrimonio residuo. Complice l’entrata in vigore della legge Madia, in questi ultimi anni l’Ausm è stata definitivamente svuotata di risorse dall’attuale Amministrazione. E ora, prima della sua definitiva chiusura, il Consiglio Comunale del 27 marzo dovrà decidere che cosa fare dell’ultimo tesoretto che le è rimasto in dote e cioè la ricca quota di Acel Service, che solo lo scorso anno era stata valutata almeno 2,8 milioni di euro e che garantiva entrate in dividendi per circa 170.000 euro al Comune. Per evitare di ricadere nella polemica politica, sorvoliamo su come si è giunti all’attuale situazione, pur dovendo ribadire le nostre profonde perplessità su tutta l’operazione, assolutamente poco trasparente. Tanto è vero che l’assenza di un progetto dettagliato, chiaro e ben supportato è uno dei motivi che ci spinge a chiedere di votare contro la fusione, per poi poter eventualmente recedere ed entrare in possesso del nostro capitale, che altrimenti rischia di svanire, oltre a non garantirci più quella redditività che ci ha aiutato a non aumentare ulteriormente le tasse. Se decidessimo per la fusione, per i prossimi due anni, nella migliore delle ipotesi, assisteremmo ad un dimezzamento dei dividendi (traduzione per i calolziesi: più tasse o meno servizi) e, soprattutto, non avremmo alcuna certezza per quelli futuri. La nostra quota di Acel Service (4,54%) si trasformerebbe in un pacchetto di azioni di Borsa (0,49%) della nuova società, il cui valore potrebbe ridursi drasticamente in poco tempo in funzione delle politiche del management della nuova mega società. In un periodo che si annuncia ancora più difficile per le amministrazioni comunali, poter disporre di una riserva di queste dimensioni, consentirebbe d’altro canto di guardare con un po’ più di ottimismo al futuro, indipendentemente da quali forze politiche governeranno nei prossimi anni. Con un banale conto della serva, osserviamo che i circa 2,4 milioni di euro che ci spettano (valore stimato delle oltre 973.000 azioni della nuova società, pari allo 0,49%), corrispondono ad almeno 30 anni di dividendi ipotetici. La scelta dell’Amministrazione di aderire alla fusione potrebbe anche garantire tra quattro o cinque anni una redditività maggiore e/o una valorizzazione del capitale, ma presenta tutti i tratti di un azzardo, anche a fronte delle scarse informazioni disponibili. Messi sul piatto della bilancia pro e contro, noi riteniamo che il Comune non possa, per sua natura, e non debba, per prudenza, giocare in Borsa con i soldi dei cittadini. Si può vincere, ma anche (più probabilmente) perdere. In tal caso, a rimetterci sarebbero i calolziesi”.
Marco Ghezzi
Capogruppo Lega Nord in cosiglio