Clinica Mangioni: famiglie contro la chiusura del reparto maternità

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Chiara Manzoni

LECCO – “No alla chiusura del reparto maternità della clinica Mangioni” un gruppo di mamme ha deciso di mobilitarsi contro la decisione di chiudere il blocco parto della clinica lecchese e ha intenzione di organizzare un presidio in via Adda il 9 novembre.

L’accordo Stato Regione 2010 prevede la chiusura di tutti quei punti nascita che vedono meno di 500 parti all’anno, trovandosi al di sotto di questa soglia la cinica Mangioni rientra nella manovra e, quindi, dovrà rinunciare al proprio reparto maternità.

Chiara Manzoni
Chiara Manzoni

Una decisione che non ha trovato il plauso da parte di un gruppo di mamme, come spiega Chiara Manzoni, organizzatrice del presidio: “abbiamo organizzato un presidio per far sentire la voce delle famiglie e dire no a questa chiusura che non solo è ingiusta, ma che riteniamo farebbe più male che bene all’intera comunità lecchese”.

“La clinica Mangioni ospita circa 450 nascite all’anno – continua Chiara Manzoni – dati alla mano nel 2010 le nascite sono state 460, 443 nel 2011, 441 nel 2012, quindi questo vorrebbe dire che tutti questi parti verrebbero trasferiti all’ospedale Manzoni, il cui blocco nascite non è già in grado di gestire i parti che riceve attualmente. Le sale parto della clinica, inoltre, sono state ristrutturate pochi anni fa impiegando una spesa pubblica che risulterebbe sprecata”.

Chiara Manzoni, di professione capotreno, spiega la sua preoccupazione raccontando la propria esperienza personale: “io sono mamma di un bimbo nato prematuro, avevo deciso di partorire in clinica Mangioni, ma le contrazioni mi sono iniziate alla 34esima settima e, non essendo la clinica attrezzata con un reparto di terapia intensiva neonatale, mi sono dovuta per forza rivolgere all’ospedale. Al mio arrivo in ospedale, però, la terapia intensiva risultava piena e quindi mi è stato proposto di partorire e poi far trasferire mio figlio all’ospedale Valduce di Como. Essendo solo all’inizio del travaglio, però, ho chiesto di poter partorire direttamente a Como e, così, sono stata inviata al Valduce”.

“La mia esperienza non è un caso isolato e dimostra come l’ospedale Manzoni sia spesso già oberato di lavoro – continua l’organizzatrice del presidio – anche l’ospedale di Sondrio si appoggia al presidio lecchese, quindi, aggiungendo anche i circa 450 parti annui che fino ad oggi sono stati gestiti dalla clinica Mangioni, il nosocomio cittadino arriverebbe ad essere saturo: se la manovra dell’accordo Stato Regione mira ad aumentare la sicurezza, non credo che così risulti sulla buona strada”.

La mobilitazione contro la chiusura del reparto maternità della clinica Mangioni si è già avviata con una petizione online sul sito chanche.org e dovrebbe sfociare nel presidio previsto per il 9 novembre dalle 14 alle 16 in via Adda a Lecco.

 

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