LECCO – Stanchezza, “perché negli ultimi dieci anni davvero difficili per l’edilizia il nostro settore non ha avuto grandi aiuti e deve attendere ogni anno la Legge di stabilità per sapere se gli incentivi su ristrutturazioni e riqualificazione energetica, che hanno dimostrato di funzionare, vengono prorogati, senza che possano diventare un provvedimento strutturale”. Ma anche perché “siamo in balìa di leggi partorite e gestite da funzionari burocrati, e la burocrazia ci sta ammazzando”.
Orgoglio, “perché il nostro mestiere di costruttori è il più bello del mondo e perché siamo una forza positiva dell’economia e della società, senza la quale nulla di ciò che serve alla comunità per vivere e lavorare potrebbe realizzarsi”; ma anche perché “non siamo né cementificatori, né corrotti o corruttori, né distruttori dell’ambiente”.
Tra questi due sentimenti si è sviluppata ieri sera (1 dicembre) la relazione del presidente di Ance Lecco Sondrio Sergio Piazza in occasione dell’assemblea annuale. Una relazione “di pancia”, come lui stesso ha affermato, in cui la parola “coraggio” è più volte risuonata nei confronti soprattutto dei rappresentanti del mondo della politica e delle istituzioni presenti per l’evento.
“Ci vuole coraggio. – ha ricordato – E soprattutto la politica deve avere il coraggio di riappropriarsi di quegli spazi oggi occupati dalla burocrazia. Ci vuole coraggio per pensare a nuove leggi che agevolino realmente la rigenerazione urbana delle nostre città, uscendo dagli schemi e avendo chiaro che, per realizzarsi, un intervento deve avere una propria sostenibilità economica. Ci vuole coraggio per comprendere che, costruire senza consumare suolo, non significa non costruire nulla, ma mettere in condizioni chi vuole investire per riqualificare intere aree delle città oggi degradate di farlo, mettendoci anche risorse pubbliche”.
Migliora il quadro congiunturale, anche se l’edilizia nel Lecchese stenta a decollare
Un approccio forte, dunque, per affrontare un tema che guarda il futuro: “Insieme per un nuovo sviluppo – Istituzioni, Associazione e Imprese: un patto per il territorio”.
Il punto di partenza in cui si colloca la riflessione proposta da Ance Lecco Sondrio è una congiuntura che sembra finalmente mostrare segni positivi, soprattutto nella nostra regione. “In Lombardia, in particolare, i dati di Bankitalia, ci dicono che nei primi nove mesi del 2017 la produzione manifatturiera è cresciuta del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2016. Anche il clima di fiducia da parte di famiglie e imprese è decisamente migliorato: ce lo rivela l’Istat, evidenziando come l’indice che riguarda sia i consumatori che le imprese sia ai massimi storici negli ultimi sette anni: 115,5 per i consumatori e 108 per le imprese (con base 2010 pari a 100)”.
Tuttavia, ad oggi, il quadro dell’edilizia a livello interprovinciale non sembra confermare ancora totalmente tale trend positivo, stando ai dati di settembre delle Casse Edili: “Infatti, se è vero che in provincia di Sondrio, a fronte di una minima diminuzione delle imprese rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-1,9%), registriamo una crescita dei lavoratori impiegati (+3,07%) e delle ore lavorate (+2,26%), in provincia di Lecco i dati sono invece negativi, sia sul fronte delle imprese (-4,2%), che dei lavoratori iscritti (-14,6%) e delle ore lavorate (-12.02%)”.
In questo quadro, “una spinta importante può continuare ad essere assicurata al nostro settore dall’ennesima proroga degli incentivi fiscali – nella forma di credito d’imposta – indirizzati a favorire gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli immobili, con una modalità differente di erogazione di questi ultimi in proporzione ai risparmi effettivamente conseguiti. Una proroga che non abbiamo potuto che apprezzare, dal momento che dal 1998 al 2017 hanno interessato ben 16 milioni di interventi, attivando in dieci anni investimenti pari a 264 miliardi di Euro e garantito complessivamente oltre 1 milione e 700 mila posti di lavoro diretti, oltre a 865 mila nell’indotto”.
La rigenerazione urbana: vera e propria sfida e opportunità per le nostre città
Del resto il patrimonio immobiliare del Paese è vecchio. “Ben 7,2 milioni di edifici, oltre il 60% del totale, sono stati costruiti prima del 1971 e 2,1 milioni sono considerati in uno stato di conservazione pessimo o mediocre, con carenze strutturali e consumi energetici altissimi. Mettervi mano è una straordinaria opportunità: per le nostre imprese, per l’ambiente che ci circonda e per le stesse famiglie. – ha sottolineato Piazza – Ma non basta puntare all’efficienza energetica. Occorre far di più. Ed è ciò che rappresenta il grande tema della rigenerazione urbana, ovvero della capacità di ridisegnare e reinventare l’uso di grandi spazi quali edifici dismessi, aree sottoutilizzate e quartieri degradati facendone altrettante occasioni di sviluppo di una città e di rinnovamento del suo volto, mettendo a sistema diversi interessi e opportunità”.
Si tratta di un processo complesso che richiede una sinergia di intenti, senza la quale i sogni di un’Amministrazione locale rischiano di restare velleitari e di non trasformarsi in progetti e realtà: “Quella che abbiamo di fronte, tutti insieme, è una grande opportunità e una grande sfida. Che richiede tempismo, capacità di scelta e di decisione, coraggio, visione. Una sfida dalla quale tra l’altro, per le nostre imprese, non lo nascondo, dipende buona parte delle proprie prospettive future. Una sfida che si può vincere solo facendo un vero gioco di squadra tra Istituzioni, Associazioni e imprese”.
Serve un gioco di squadra tra più soggetti
Il gioco di squadra che, a livello regionale, Regione Lombardia, Ance Lombardia e Anci Lombardia hanno sviluppato nei mesi scorsi per definire insieme una Legge regionale che affronti con chiarezza e pragmatismo come favorire i processi di rigenerazione urbana.
“Alla base di questo lavoro sta la presa di consapevolezza della stretta interconnessione tra i due temi: la riduzione del consumo di suolo a breve renderà indispensabile il reperimento e l’utilizzo degli spazi all’interno del tessuto urbano consolidato, con l’obiettivo di dare risposta ai bisogni della comunità. E la rigenerazione urbana è la formula che può consentire uno sviluppo senza traumi”.
La proposta di legge riconosce in particolare come la riconversione degli ambiti urbani degradati a livello urbanistico, ambientale, paesaggistico e sociale debba essere incentivata e sostenuta, anche in considerazione dell’interesse pubblico che riveste il processo di restituzione di queste aree alla comunità e il loro ridisegno con le funzioni che occorrono. Incentivi che vanno dalla significativa riduzione dei contributi di costruzione alla attribuzione di indici differenziati in termini di volumetria o di superficie, lasciando la facoltà ai Comuni di estendere ulteriormente questi incentivi o di prevederne altri.
Brivio: la rigenerazione urbana deve partire da una nuova e condivisa visione della città
Stimoli che il presidente di Anci Lombardia, il sindaco di Lecco Virginio Brivio, non ha mancato di raccogliere nel suo intervento che, sottolineando come i vincoli messi su alcune aree industriali abbiano di fatto reso meno appetibili da un punto di vista economico l’investimento su di esse del privato, ha ammesso il fallimento dei progetti che le riguardavano, complice anche la mancanza di un forte ripensamento della comunità locale sulla nuova identità della città.
“Un processo di rigenerazione urbana deve partire da una visione di apertura rispetto a nuove funzioni e nuove vocazioni che una città sta maturando. – ha affermato – Di fronte all’evoluzione della società, concordo sul fatto che non si possa più pensare ad un Pgt ingessato e bloccato”.
Anche perché, per rigenerare aree, servono strumenti adeguati: “Dobbiamo pensare allo spostamento, anche provvisorio, di famiglie e persone. Dobbiamo capire come impedire che la frammentazione della proprietà possa rappresentare un vincolo. Dobbiamo saper utilizzare le competenze che, ad esempio, il mondo accademico e della ricerca può mettere in campo. Dobbiamo capire come, su alcuni temi quali ad esempio le bonifiche, sia possibile far confluire incentivi comunitari. Ma dobbiamo anche, come enti locali, comprendere che non possiamo limitarci ad incassare oneri ed essere ingordi: solo se si innescano processi di cambiamento, un amministratore pubblico deve essere soddisfatto”.
La rigenerazione urbana: priorità per Regione Lombardia
Costruire alleanze, anche a detta di Brivio, è dunque fondamentale. Così come è importante che la politica si riappropri di un ruolo positivo e propositivo, arginando quell’eccessiva delega alla struttura funzionariale che la Bassanini ha finito per determinare.
Un messaggio che anche Antonio Rossi, assessore regionale intervenuto in rappresentanza del presidente Roberto Maroni, ha voluto fare proprio: “È necessario, oggi più che mai, fare squadra, lavorando insieme per un obiettivo comune, che è quello di favorire uno sviluppo sostenibile. – ha detto – Regione sta operando concretamente per favorire la semplificazione di norme e procedure e per ottenere, da parte dello Stato, più autonomia e più competenze. Il tema della rigenerazione urbana non solo è tra le nostre priorità, ma anche tra le competenze che abbiamo chiesto”.
Le premiazioni
Come tradizione, l’assemblea annuale di Ance Lecco Sondrio si è conclusa con la premiazione delle aziende con 40 anni di fedeltà associativa. Sono state premiate l’impresa Gilardi Snc di Bosisio Parini, la Calegari F.lli di Olginate, l’impresa Rosa Geom. Roberto di Lecco e l’impresa Loreto Srl di Lecco. Un premio particolare a Ombretta Mandelli, dipendente dell’Associazione.