MANDELLO – “Ebbene sì, purtroppo la notizia è vera. A malincuore io e la mia famiglia concludiamo la nostra bella avventura presso il rifugio”.
Il giorno dopo l’annuncio da parte del nostro giornale della decisione sua, di suo marito Marco e dei suoi genitori, mamma Ives e papà Fausto, di lasciare dopo nove anni la gestione del “Bietti-Buzzi”, Elisa Nogara decide di “scendere in campo” per spiegare quella scelta, presa certamente a malincuore, ai molti amici e ai numerosi escursionisti colti di sorpresa e oltremodo dispiaciuti pensando ai tanti momenti piacevoli vissuti proprio dentro quella “capanna” della Grigna settentrionale, a 1.700 metri di quota.
“Comincio col dire – spiega Elisa – che per me e per noi questa è stata realmente un’avventura scaturita dalla grande passione per la montagna, un’avventura che goccia dopo goccia ci ha portati fino ad oggi. So che per molti questa è stata una sorpresa, anzi una super sorpresa. Mi scuso, però volevamo gustarci anche quest’ultima stagione come tutte le altre che l’hanno preceduta e che abbiamo trascorso insieme a tanti amici, a loro volta accomunati dalla passione per la montagna e per il “nostro” rifugio”.
“Alla fine nemmeno noi ci crediamo ancora – aggiunge – ma purtroppo gli impegni lavorativi e vari acciacchi legati alla… gioventù ci hanno indotto, pur se a malincuore, a prendere questa decisione. Sono stati nove anni di pura, vera e indescrivibile passione, nove anni che sicuramente rimarranno per sempre scolpiti nei nostri cuori. Quel rifugio ci mancherà, non sapete quanto!”.
Elisa Nogara ammette che c’è e ci sarà ancora posto anche per qualche lacrima di commozione, ma ricorda altresì che fino a metà novembre il “Bietti-Buzzi” (come noto di proprietà del Cai Grigne di Mandello) rimarrà aperto, confidando naturalmente per i prossimi week-end nel tempo favorevole e dando a tutti appuntamento per la “rustisciada” e con le sempre gettonatissime torte del rifugio.
“Avrei mille cose da raccontare riguardanti il “Bietti-Buzzi” e la nostra storia lassù – conclude Elisa – però in questo momento posso soltanto dire grazie! Grazie a tutti quelli che ci hanno consentito di credere nel nostro sogno, grazie a tutti coloro che in questi anni ci hanno aiutato al rifugio, grazie a quelli che con i loro racconti e le loro esperienze mi hanno fatto crescere e vedere la montagna e la natura con altri occhi e sotto altri aspetti. Lo so, ci sarebbero mille altri ringraziamenti da fare, ma il più importante va alla mia famiglia, alla quale sono riconoscente perché mi ha dato la possibilità di vivere questa bellissima esperienza insieme a tutti gli amici e ai molti escursionisti incontrati nel corso di questi nove anni”.