VALMADRERA – Riceviamo e pubblichiamo:
In riferimento alla fuoriuscita di fumo dall’edificio del forno inceneritore di Valmadrera, verificatosi nel pomeriggio di mercoledì 17 maggio, esponiamo qualche considerazione e poniamo alcune domande.
Quando ci è stato segnalato l’inconveniente, viste le fotografie, abbiamo pensato ad un problema legato alla conduzione del Forno 1, dato che il Forno 3 è fermo per manutenzione, che, purtroppo ha comportato una emissione di inquinanti dall’edificio dei forni. Ieri, poi, abbiamo visto il comunicato di Silea, che, in sostanza diceva:
1- sono cadute delle croste di magnesite nella camera di combustione che hanno ostruito il canale di aspirazione, comunque la gestione dei rifiuti è rimasta lineare;
2- la criticità si è determinata perché il sistema di aspirazione della Linea 3 non era in funzione;
3- da un punto di vista emissivo non si sono riscontrate difformità ai parametri di legge.
La problematica è stata prontamente segnalata all’ARPA. Un comunicato che, pur confermando che vi siano state emissioni di fumi di combustione non aspirati verso il sistema di abbattimento, ci è parso impreciso e con affermazioni (punto 2) tecnicamente non esatte, per giustificare una “problematica normale di tutti gli impianti”. Cerchiamo quindi, seguendo l’impostazione di Silea, di porci alcune domande.
Se è vero quello che dice Silea al punto 1, come è possibile che la “gestione dei rifiuti è rimasta lineare”? Quanto descritto da Silea, cosa che può capitare, dovrebbe avere come conseguenza il blocco delle griglie e quindi il blocco nell’alimentazione dei rifiuti, contrariamente a quanto dice Silea; ma comunque, per quello che sappiamo, non impedirebbe ai fumi della combustione di passare attraverso il normale sistema di abbattimento degli inquinanti ed uscire dal camino. Per cui la domanda che poniamo a Silea è: ma il “tappo nell’impianto di aspirazione” era dovuto alla dinamica descritta o piuttosto all’intasamento del canale della caldaia, come sembra di capire? In questo caso le cose sarebbero un po’ diverse rispetto a quanto detto, soprattutto per quanto riguarda le responsabilità e la previsione del guasto. Se Silea vuole essere trasparente e tranquillizzare nei fatti su quanto successo, renda pubblici i parametri di funzionamento del forno (dati camera di combustione) relativi agli ultimi 15 giorni, in modo da dimostrare che l’evento è stato un imprevisto. Diversamente quali accorgimenti vengono assunti per evitare simili inconvenienti?
Quanto sostenuto al punto 2 sembra più una frase ad effetto per dimostrare che la situazione è sotto controllo e tranquillizzare, ma, per quello che conosciamo, non attinente con la realtà delle cose: le due linee di combustione, Linea 1 e Linea 3, ci sembra siano completamente separate ed indipendenti: dalla tramoggia di carico dei rifiuti sino all’uscita dei fumi dal camino. Per cui chiediamo a Silea, come si sarebbe risolta la criticità se la linea 3 fosse stata in funzione? Forse per tranquillizzare le persone, giustamente preoccupate della situazione, occorrerebbe essere più precisi e trasparenti (anche in generale), in modo da dare, ancora di più, segnali chiari che la tutela della salute delle persone e dell’ambiente sono la priorità di Silea.
“Che da un punto di vista emissivo non si sono riscontrate difformità” è una considerazione ovvia, visto che il controllo delle emissioni viene fatto a camino, per cui i fumi che non passano per il camino non sono sottoposti a tali controlli. Relativamente a quanto successo mercoledì 17 maggio, ci sembra che i fumi prodotti in camera di combustione dall’incenerimento dei rifiuti siano fuoriusciti passando, prima all’interno dell’edificio che contiene i forni e dove lavorano le persone addette all’impianto (interni ed esterni), quindi all’esterno dell’edificio ed in atmosfera, come documentato dalle foto pubblicate anche sui giornali, senza passare attraverso i sistemi di abbattimento degli inquinanti presenti sull’impianto. Si è trattato di emissioni controllate in atmosfera, relative ad un impianto soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)?
Non dubitiamo che siano state eseguite la dovute segnalazioni all’ARPA, ma ci chiediamo: l’ARPA ha potuto intervenire immediatamente durante il guasto, per effettuare i necessari riscontri ed a tutela soprattutto delle persone addette all’impianto, oppure è intervenuta dopo la fermata del forno? Anche perché la gestione del problema pensiamo abbia richiesto tempi dell’ordine di alcune ore, ben superiore rispetto a quello che magari si è percepito dall’esterno. Oppure l’ARPA non è intervenuta sull’impianto e Silea si è limitata alla comunicazione del guasto e della fermata della Linea 1?
Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero