LECCO – Il canile di Lecco verso la chiusura? Non c’è ancora l’ufficialità della notizia ma sembra questa l’aria che tira in Comune: la deroga dell’ASL è infatti scaduta a maggio e se lo scorso anno erano state annunciate opere di sistemazione per 50 mila euro, atte a rendere idoneo il rifugio per i “quattro zampe”, i soldi non sono stati stanziati e i lavori non sono mai partiti.
Inoltre l’impegno dell’associazione Amici del Randagio (gestore dei canili di Erba e Mariano Comense), che da marzo ha affiancato la cooperativa Due Mani subentrata alla Leida dell’on. Brambilla, a fine anno volgerà al termine e pare che la collaborazione non verrà rinnovata.
Infine, nei mesi scorsi l’assessore comunale Armando Volonté aveva parlato di “exit strategy” , lasciando supporre l’intenzione di chiudere la travagliata esperienza della struttura di via Rosmini, con l’eventuale trasferimento dei cani rimasti (circa una 90ina) verso altri rifugi vicini.
Un’eventualità che ha però trovato l’opposizione delle associazioni animaliste, nello specifico ENPA, Zampa Amica e LAV: “I cani attualmente presenti nel canile di Lecco sono prevalentemente anziani, con acciacchi dovuti all’età e, magari, con una storia personale che ha lasciato gravi ripercussioni anche comportamentali. Spostarli significherebbe provocare un ulteriore disagio, allontanarli da un ambiente ormai familiare, privarli dei volontari che da tempo si prendono cura di loro e che sono diventati un referente sicuro in una vita di abbandoni e di ferite psicologiche”.
Così gli animalisti, insieme ad alcuni volontari della struttura, hanno deciso di proporre al Comune un “piano di salvataggio” per il canile di Lecco che nell’immediato punta ad una manutenzione che possa permettere la prosecuzione dell’attività del centro, programmando interventi essenziali ed attivando una sinergia pubblico-privato.
Ad essere “fuori legge” non sarebbe infatti l’intera area dell’ex macello, ma solo parte del rifugio che potrebbe essere messa a norma e permettere di riottenere il parere favorevole dell’ASL. Questo sarebbe solo un passaggio temporaneo, poiché la prospettiva delle associazioni è quella di trovare una nuova area idonea ad ospitare il rifugio, magari affiancandolo ad un gattile, necessario per affrontare anche le emergenze legate al randagismo felino.
L’importanza di mettere mano all’attuale canile permetterebbe in primis di evitarne la chiusura ed anche di non perdere le preziose convenzioni con gli altri Comuni lecchesi che, in mancanza di un rifugio nel capoluogo, potrebbero convenzionarsi con altre strutture fuori provincia lasciando senza “clienti” l’eventuale nuova struttura lecchese.
“Chiudere il canile di Lecco – denunciano le associazioni – significa privare un’intera zona di un punto d’appoggio anche logisticamente comodo per far fronte ai problemi dell’abbandono, dello smarrimento accidentale del proprio cane e per favorire le adozioni dei cani abbandonati”.