Circa 1.000 euro da destinare a una missione umanitaria in Etiopia. Questa la cifra che il progetto “Scuola in Ospedale” del Manzoni di Lecco ha raccolto attraverso la vendita di lavoretti realizzati dai bambini e ragazzi ricoverati nei reparti di Pediatria e Ortopedia. Un’iniziativa che ha visto i giovani degenti realizzare numerose opere creative, dai disegni alla pittura su vetro e terracotta, passando per il recupero di materiale riciclabile, tutte esposte e vendute nel periodo natalizio.
A raccontare il progetto di solidarietà e le attività formative e didattiche quotidianamente svolte all’interno della struttura ospedaliera sono le insegnanti Franca Corti, del reparto pediatrico, e Orietta Foti, di Ortopedia.
«In occasione delle festività appena concluse – ha spiegato la prima delle due – abbiamo pensato di rendere la permanenza un po’ più piacevole, creando un pizzico di spirito natalizio all’interno del Manzoni. A partire dall’ottobre scorso abbiamo, quindi, dato il via alla realizzazione di lavoretti creativi. Esposti nella Hall dell’Ospedale, queste piccole e originali opere d’arte sono state vendute e abbiamo deciso di devolvere l’incasso complessivo, che si aggira intorno ai 1.000 euro, a Don Giorgio Pontiggia, sacerdote salesiano che conosco personalmente e che da circa quattro anni si impegna nel fornire il suo supporto e aiuto alla popolazione etiope».
«Al desiderio di creare un po’ di atmosfera natalizia e di fare beneficenza – è intervenuta Foti – si è aggiunto, poi, un terzo obiettivo: insegnare ai più piccoli l’arte del riciclo, soprattutto nel tentativo di trasformare materiali recuperati in ospedale, ai quali i ragazzi associano generalmente sensazioni spiacevoli, in nuovi oggetti, frutto della loro creatività. Dalle flebo all’ovatta, tutto ciò che abbiamo potuto riciclare nei mesi scorsi ha ripreso vita».
Ma al di là dell’iniziativa promossa nel corso di queste ultime feste, cos’è il progetto “Scuola in Ospedale”?
«La realizzazione di lavoretti – ci ha illustrato nel dettaglio Corti – rientra in un più vasto percorso educativo-didattico, attivo nell’ospedale lecchese da trent’anni. In sintesi si tratta di seguire bambini e ragazzi di età compresa tra gli zero e i 18 anni, nel tentativo di rendere la permanenza in ospedale meno traumatica. Se per i primi giorni di degenza io e la mia collega ci occupiamo soprattutto di proporre ai piccoli pazienti delle attività di tipo formativo, non appena la permanenza in ospedale si protrae un po’ di più il nostro obiettivo diventa di natura didattica, tanto che offriamo ai giovani pazienti un concreto supporto nello studio. Per quanto riguarda il mio reparto di riferimento – ha precisato – si tratta di seguire bambini dai cinque anni in su e al momento se ne contano quattro».
«Nel caso del reparto ortopedico – ha ripreso Foti – l’età dei pazienti è maggiore e sono numerosi i casi di ragazzi delle scuole superiori che, ricoverati per un lungo periodo di tempo, necessitano di un aiuto consistente per non restare indietro rispetto ai compagni di classe. Per questo motivo sono frequenti i contatti con le rispettive scuole e con gli insegnanti, così che si possa stendere un efficace e personalizzato percorso di apprendimento per ciascuno dei degenti».