MANDELLO – La vicenda aveva fatto discutere (e non poco) un paio d’anni fa, nel momento in cui l’edificio che in passato aveva ospitato la mensa aziendale della Moto Guzzi e che per un determinato periodo aveva accolto alcune associazioni era stato abbattuto con il proposito di realizzare un’autorimessa interrata a servizio della casa di riposo, proprietaria dell’area in questione.
Il Comune di Mandello aveva infatti contestato all’impresa di costruzioni Colombo Lilliano la decisione di demolire quello stabile, posto come noto nelle immediate vicinanze della chiesa di San Zeno, ritenendo che lo stesso potesse avere caratteristiche storico-culturali tali da giustificare un suo vincolo.
Quella “contestazione” era sfociata addirittura in una querela per ingiurie e minacce presentata dal titolare dell’impresa, Giorgio Colombo, nei confronti dell’assessore all’Urbanistica e all’edilizia privata, Grazia Scurria. La relativa udienza si è tenuta nei giorni scorsi in Tribunale a Lecco. L’assessore era presente con i suoi avvocati difensori, mentre era assente la parte civile e querelante, rappresentata dal legale Vito Zotti.
In quella sede è stato concordato un ulteriore rinvio così da procedere a un tentativo di conciliazione alla luce anche dell’ultima presa di posizione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano, che in data 13 ottobre ha stabilito di fatto che la perdita dello stabile abbattuto non deve essere considerata un danno al patrimonio culturale.
Quello demolito, a giudizio del soprintendente Alberto Artioli e dei funzionari responsabili dell’istruttoria Roberto Nessi e Chiara Rostagno, era insomma soltanto un rudere pericolante. Da qui la constatazione che “a far data dall’esito negativo della verifica dell’interesse culturale la Soprintendenza non ha competenza su eventuali opere o lavori esclusivamente pertinenti all’ambito verificato”.
Va aggiunto che, in merito al progetto di realizzazione di un’autorimessa interrata a diretto contatto con le fondazioni dell’abside della chiesa di San Zeno, la Soprintendenza ha specificato che l’opera comporterebbe un intervento diretto sulle strutture della chiesa stessa. Si renderebbe dunque necessaria una preventiva autorizzazione “ma in tal senso – si legge nella nota sottoscritta da Artioli, Nessi e Rostagno – nessuna richiesta è pervenuta a questo ufficio”.
“Si preavvisa peraltro – affermano sempre i funzionari della Soprintendenza – l’assoluta contrarietà a qualunque intervento di tale portata sulla chiesa per fini diversi da quelli strettamente legati alla conservazione della stessa. Tale divieto si estende a tutta la fascia nella quale opere di scavo e di costruzione potrebbero arrecare disturbo alla statica dell’edificio tutelato, a breve e a lungo termine”.
Nella missiva si fa pure presente che le opere di demolizione eseguite dalla Fondazione Casa di riposo di Mandello “hanno lasciato l’abside della chiesa di San Zeno in uno stato non confacente al valore culturale del bene e al suo decoro” e si chiede pertanto “il tempestivo rimedio a questa situazione”.
Occorre altresì specificare che a seguito della nota della Soprintendenza la responsabile della Struttura edilizia privata e urbanistica del Comune di Mandello, architetto Elena Todeschini, nei giorni immediatamente successivi aveva scritto a sua volta all’ente di piazza Duomo a Milano per precisare che la documentazione prodotta dalla Fondazione Casa di riposo e relativa al procedimento di tutela della chiesa di San Zeno era stata trasmessa fin dallo scorso 9 maggio “per l’acquisizione del relativo atto di assenso”.
Resta tuttavia la presa di posizione della Soprintendenza in base alla quale le caratteristiche della ex mensa Guzzi non erano tali da giustificare alcun vincolo sull’edificio.
“Sarebbe allora tempo che qualcuno chiedesse scusa non tanto a me – dice Giorgio Colombo nella sua veste di legale rappresentante della Costruzioni Colombo Lilliano – quanto agli anziani ospiti della casa di riposo di Mandello, che a tutt’oggi non possono usufruire di un’autorimessa che consentirebbe ad esempio alle ambulanze e ai mezzi di trasporto per disabili un accesso alla struttura protetto dalle intemperie”.
“Anche i numerosi dipendenti e i familiari degli ospiti della struttura – aggiunge – non sanno mai dove parcheggiare, visti i pochi parcheggi presenti nella zona centrale del paese, già congestionata dalle utenze di Asl, cimitero, guardia medica ed esercizi commerciali vari”.
“L’autorimessa interrata a uso della casa di riposo – osserva sempre Colombo – doterebbe la zona di 20 nuovi posti auto, a costo zero per le casse comunali, alleggerendo come detto dal carico di autoveicoli l’intera zona, come previsto da una legge speciale in materia, ossia la legge Tognoli”.
“Dopodiché – conclude il costruttore mandellese – l’assessore Scurria stia serena. Da parte mia non ci sono problemi personali a ritirare la querela nei suoi confronti”.