LECCO – Sul caso Leuci “abbiamo avvertito un rischio dilazionatorio, o per dirla meglio archiviatorio”. E’ la denuncia delle Rsu dell’ex fabbrica di lampadine a seguito del tavolo provinciale che si è riunito lo scorso 7 luglio e nel quale è stato resa nota la mancanza di manifestazione di interesse da parte del mondo imprenditoriale rispetto al progetto di reindustrializzazione dell’area.
“Ci è stato detto che si è arrivati oltre i tempi supplementari – spiega Germano Bosisio (RSU) – si è parlato di cambio di strategia, di attendere la prossima amministrazione comunale.. a fronte di tutto questo abbiamo richiamato tutti alle proprie responsabilità. O si arriva ad una soluzione oppure vuol dire che il sistema Lecco non funziona”.
I lavoratori hanno fatto sapere di aver apprezzato il voto unanime del consiglio comunale con il quale è stato bocciato il progetto avanzato dal proprietario dell’area Leuci, Giuliano Pisati, di sostituire i capannoni della fabbrica con palazzine abitative e negozi, ma chiedono ora di “riempire l’area di contenuti”.
Allo stesso modo hanno accolto di buon grado la scelta della Camera di Commercio di finanziare uno studio di fattibilità “ma – spiega Germano Bosisio – serve una direzione e la deve dare il tavolo. Crediamo sia necessario coinvolgere le piccole medie imprese, supportate da un centro di ricerca applicata per prodotti innovativi e che abbiamo uno sbocco sul mercato”.
Piccole e medie imprese per i lavoratori sono i soggetti più adatti da interessare, “in coerenza con la struttura economica del nostro territorio”, per i quali “non servono inviti generici ma mirati, anche attraverso le associazioni di categoria che possono fare da filtro per individuare quelle aziende con la capacità adatta ad investire e propense verso l’innovazione – prosegue Bosisio – è una questione di metodo”:
Le RSU della Leuci guardano, oltre ad un ulteriore sforzo delle istituzioni locali, anche alla Regione: “Non crediamo sia eretico pensare che la Regione possa rendersi disponibile a finanziare con un contributo economico, agevolando la compravendita dell’area, visto che spesso si è parlato del prezzo troppo alto. Certo, serve la convergenza degli imprenditori ma va tentata anche questa strada. Non si può pensare che il sistema Lecco si affossi per la mancanza di un singolo imprenditore, sarebbe una sconfitta. Ma servono tempi stretti, non si possono allungare i tempi”.