MANDELLO – I musicanti di un complesso bandistico chiamati per un giorno a esibirsi ai 1.700 metri di un rifugio della Grigna. Il complesso bandistico è il Corpo musicale mandellese e il rifugio il “Bietti-Buzzi”, alla Conca di Releccio.
Una location certamente inedita per un concerto, ancora di più per il concerto di una banda. Ma la scelta del rifugio non è casuale. Il “Bietti-Buzzi”, inaugurato nel 1886 e successivamente dedicato a Luigi Bietti, che fu presidente del Cai Milano, ha subìto nel tempo una serie di modifiche. Significativi gli interventi realizzati in questi ultimi anni dopo che nel 2005 la struttura è divenuta di proprietà del Cai Grigne di Mandello grazie a importanti donazioni (su tutte, quella della famiglia Buzzi).
Una scelta non casuale, si è detto, quella di far salire in quota i musicanti della banda diretta dal maestro Alberto Giudici. In questo 2014 ricorre infatti il novantesimo di fondazione della sezione Grigne del Cai Mandello e l’appuntamento di domenica 28 settembre apre di fatto i festeggiamenti per l’importante anniversario del sodalizio alpinistico attualmente presieduto da Giancarlo Pomi (vicepresidente è Luca Gaddi).
La manifestazione si svolgerà soltanto se le condizioni meteo saranno favorevoli e in caso contrario verrà annullata.
Novant’anni, si è detto. E una storia, quella del Cai Grigne, caratterizzata da una serie di eventi e di iniziative. Tra le altre la Secim, la scuola elementare di comportamento in montagna che costituisce uno dei fiori all’occhiello della sezione essendo stata tra l’altro la prima del genere in Italia, al punto che nel 1969 la Rai venne a riprendere un’uscita e le immagini furono trasmesse nel telegiornale della sera.
A volere la Secim, fondata nel 1963, fu l’allora presidente Ezio Fasoli, che nel libro Tra rocce e sentieri pubblicato nel 1999 in occasione del settantacinquesimo anniversario del Cai Grigne scriveva: “Il desiderio di creare questa scuola elementare in montagna mi venne per far conoscere ai nostri ragazzi il fascino di un alpinismo tranquillo e soprattutto le montagne di casa nostra, allora completamente dimenticate e abbandonate. Ricordo che quando sottoposi al consiglio questo progetto l’idea piacque a tutti. Ricordo in particolare Pietro Gilardoni, entusiasta come sua natura, che voleva fare un film di propaganda in cui le guide, i “Corvi”, armati di roncola e machete o anche di semplici falcetti, riaprivano i vecchi sentieri, impraticabili e abbandonati, davanti ai ragazzi della Secim che si affacciavano stupiti come alla riscoperta di un continente scomparso”.
E lo stesso Ezio Fasoli nel 2004, ricordando gli 80 anni del Cai mandellese sul Notiziario sezionale, scriveva: “Quando penso a quel piccolo gruppo di amici che un’ottantina di anni or sono amava trovarsi la sera per bere un bicchiere di vino e parlare dei fatti della montagna non posso fare a meno di provare un profondo senso di commozione. Erano anime semplici, avevano per lo più fatto la Grande guerra vestiti da alpini con la penna nera sul cappello, ma non se ne facevano vanto… Il monte li affascinava e dalla profondità della Valmeria, dove gli ultimi pascoli salgono verso il Tremare fino a toccare il cielo, arrivavano richiami irresistibili ai quali non opponevano alcuna resistenza, anzi. Così avevano deciso di fondare un sodalizio, la sezione Grigne del Club Alpino Italiano, e di realizzare ai piedi di quei prati un rifugio, l’Elisa”.
“Esiste ancora in sede – aggiungeva l’architetto Fasoli – la cambiale firmata dai soci fondatori Evangelista Ferrario, Giuseppe Fasoli, Galdino Pini e Gino Carugati a garanzia e copertura del debito da contrarre per la costruzione del rifugio. Il debito era per il costo dei materiali, il lavoro lo avrebbero fatto i soci”.
Novant’anni di storia e di passione per la montagna, novant’anni che domenica 28 settembre il Cai ricorderà con un concerto della banda di Mandello ai 1.700 metri del rifugio Bietti-Buzzi. Un concerto a suo modo storico. E in quanto tale da ricordare.