LECCO – “La vicenda del blitz delle forze dell’ordine di mercoledì scorso in Via Ferriera e al Ferrhotel di Lecco solleva questioni di notevole importanza che necessitano di attenzione, ma che debbono però rifuggire ogni facile semplificazione, buona solo per bassa propaganda ma non per affrontare i problemi reali.
Lo spaccio della droga è un reato ed un problema di per sé e non cambia se a spacciare siano italiani o stranieri, bianchi o neri. Far intendere però che sia lo spaccio a determinare il consumo è sbagliato e deresponsabilizzante sia nei confronti dei ragazzi che delle famiglie e distoglie l’attenzione dal grave problema del consumo di sostanze da parte anche dei minori.
Occorre inoltre ricordare,come stabilisce la nostra Costituzione, che la responsabilità penale è personale e non vi può essere alcun accostamento tra questo comportamento messo in atto da un gruppo comunque limitato di richiedenti asilo e la restante stragrande maggioranza che si comporta correttamente.
Ragioniamo insieme piuttosto su come gestire meglio l’accoglienza, consapevoli che si sono già fatti notevoli progressi a partire dall’attuazione dell’accordo provinciale per l’accoglienza diffusa.
Chiudere il Ferrhotel, come qualcuno proclama, non è una soluzione. Vi è la necessità di mantenere una struttura di dimensioni ampie ed organizzata come hub per la fase iniziale dell’accoglienza. Ragioniamo semmai sulla necessità di limitare il più possibile la permanenza nell’hub, abbreviando i tempi di assegnazione a centri e luoghi di minori dimensioni, dove è più agevole l’integrazione con il tessuto sociale del territorio.
A questo però si può giungere se ogni comune del territorio fa la sua parte, evitando di piantare bandierine di zone franche precluse “all’invasore”.
A questo si può giungere se ogni comunità fa la sua parte, come già in gran parte avviene, mettendosi in relazione positiva con queste persone.
L’area del Ferrhotel e la contigua Via Ferriera devono tornare nella piena, libera e sicura disponibilità di chiunque voglia transitarvi o stazionare da solo o in gruppo. A questo si può giungere non solo con la vigilanza delle forze dell’ordine ma anche creando un contesto di maggiore integrazione, creando eventi partecipati, coinvolgendo gli stessi ospiti del Ferrhotel in un progetto di accoglienza, sicurezza e pulizia dei luoghi. A questo ci dichiariamo disponibili a contribuire con nostre proposte.
Serve più in generale accelerare le procedure per l’esame delle istanze di riconoscimento di protezione internazionale. Serve non dimenticare che ci stiamo rapportando ad un contesto storico mondiale, di fronte al quale non possiamo chiudere gli occhi,per rispetto verso gli obblighi internazionali che il nostro paese ha sottoscritto come verso la nostra umanità”.
Comitato Noi Tutti Migranti