LECCO- “È un passo avanti di importanza storica, che corona decenni di battaglie animaliste”. É questo il commento dell’on. Michela Vittoria Brambilla al divieto di test sugli animali per i cosmetici, che entrerà in vigore da lunedì.
“Trent’anni fa, quando fondai la sezione provinciale della Lega Antivisezionista Lombarda, fermare i test sugli animali per i cosmetici era solo un sogno. – continua l’on. Brambilla – Oggi, almeno nell’Ue, diventa una realtà. Segno che la sensibilità sociale muta e progredisce, che l’empatia, alla lunga, la vince sull’indifferenza e sull’avidità umana. Ora dobbiamo batterci perché nel più breve tempo possibile metodi alternativi sostituiscano la sperimentazione animale, inattendibile e fuorviante, anche nella ricerca scientifica. Ai cittadini le lobby farmaceutiche propongono la grossolana e falsa alternativa “salvare l’animale o salvare l’uomo”. La scienza moderna è sarà sempre di più in grado di salvarli entrambi. Si tratta di prenderne atto, innanzitutto a livello europeo, puntando sulla totale revisione della direttiva 63/2010, ma anche nel nostro Parlamento”.
L’on. calolziese si è detta pronta a dare nuovamente battaglia: “Ricomincerò da dove ero arrivata, cioè dal testo approvato alla Camera il 1 febbraio 2012 con 380 sì, 20 no e 54 astenuti, che è poi diventato l’art.14 della legge comunitaria per il 2011, “sequestrata” in Senato per dieci mesi finché non sono state sciolte le Camere. L’articolo impegnava il governo a tener conto, nel redigere il decreto legislativo di recepimento della direttiva 63/2010, anche di alcuni altri principi e criteri direttivi, tra i quali la norma “anti Green Hill”, da me scritta, che prevede il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione, oltre che il divieto di eseguire esperimenti senza anestesia o analgesia. Naturalmente ho pronta anche una proposta di legge per l’abolizione “tout court” della vivisezione, che depositerò il primo giorno di insediamento del Parlamento“.
“L’opinione pubblica – conclude l’on. Michela Vittoria Brambilla – considera la vivisezione eticamente inaccettabile e rifiuta una scienza fondata sulla sofferenza. Prima lo capiranno le autorità, meglio sarà”.