LECCO – Si è concluso, con l’incontro di lunedì sera presso la Sala convegni di Confindustria Lecco rivolto alle associazioni ed a tutti i potenziali stake-holder, il ciclo di riunioni promosso da SILEA SpA sul territorio provinciale per illustrare il progetto di teleriscaldamento a servizio dei comuni di Valmadrera, Malgrate e Lecco.
“È stata un’iniziativa particolarmente importante, in linea con la politica di trasparenza e informazione che come Società abbiamo sempre perseguito. Essa ci ha permesso di incontrare amministratori e cittadini dei 90 comuni Soci e di presentare, in tutti i suoi aspetti, questo progetto che noi di SILEA riteniamo una straordinaria opportunità per il nostro territorio, nella direzione di un reale completamento del ciclo dei rifiuti all’insegna della sostenibilità”, afferma il presidente di SILEA SpA, Mauro Colombo.
“Sotto questo aspetto, l’intervento svolto dal prof. Campanari del Politecnico di Milano in occasione dell’incontro di lunedì è stato estremamente illuminante: la realizzazione di un impianto di teleriscaldamento è la scelta più ragionevole per sfruttare in chiave ambientale la produzione di energia termica generata dal termovalorizzatore, attualmente dispersa ed inutilizzata. – continua Colombo – Significa evitare lo spreco da 70 a 100 mila MWh/anno di energia termica, impiegandola per riscaldare abitazioni ed edifici pubblici e privati di un bacino di 20 mila abitanti, con un risparmio di 8 milioni di metri cubi di gas metano e 16 mila tonnellate di emissioni di CO2 nell’ambiente. Ed è infatti la scelta verso la quale Regione Lombardia ci ha indirizzato con l’Autorizzazione Integrata Ambientale”.
“Vi sono anche significativi benefici economici per i cittadini: l’assenza della caldaia elimina le spese relative alle verifiche e manutenzioni periodiche degli impianti e la tariffa è più competitiva rispetto al gas metano. Si riducono quindi i costi complessivi del riscaldamento degli edifici allacciati alla rete di teleriscaldamento, che per altro possono godere di un’efficienza energetica più alta. Inoltre il teleriscaldamento utilizza una rete sicura di tubazioni isolate ed interrate per l’acqua calda e non richiede alcun combustibile negli edifici serviti: viene così garantita massima sicurezza ed alto livello di affidabilità, eliminando ogni pericolo di fughe di gas e le relative pratiche di prevenzione incendi”.
I rilievi maggiori mossi alla soluzione del progetto di teleriscaldamento proposto da SILEA SpA riguardano i costi e le possibili ricadute per i cittadini: “Vorrei precisare, spero in modo definitivo, i costi del nostro progetto. – spiega Colombo – L’investimento complessivo per il teleriscaldamento è di 48,7 milioni di Euro, di cui 13,2 milioni per la centrale di teleriscaldamento e 35,5 milioni di Euro per la rete di distribuzione. SILEA SpA sosterrà direttamente, con l’autofinanziamento, la parte di investimento relativo alla centrale, in linea con quanto previsto dallo Statuto, che ci obbliga ad accantonare non meno del 70% degli utili in investimenti riguardanti le migliorie tecnologiche disponibili in campo ambientale e lo sviluppo industriale della Società, con particolare riferimento alla produzione dell’energia elettrica e termica derivante dalla gestione degli impianti di trattamento dei rifiuti. I restanti investimenti relativi alla rete saranno sostenuti direttamente da chi si aggiudicherà la gara per la distribuzione del calore. Nessun onere aggiuntivo graverà quindi sui cittadini. Al contrario, grazie ai risparmi derivanti dalla vendita di calore, SILEA potrà abbattere ulteriormente i corrispettivi che i Comuni Soci pagano e che, dal 2003 ad oggi, non solo non sono mai stati aumentati, ma in molti casi sono stati addirittura ridotti”.
Le critiche, mosse dal Coordinamento rifiuti Zero sono soprattutto legate alla fonte che alimenta il teleriscaldamento, ovvero il termovalorizzatore: “Premesso che la realizzazione del progetto di teleriscaldamento proposto da SILEA SpA non determina un aumento dei rifiuti da bruciare nel termovalorizzatore dal momento che l’impianto di Valmadrera già funziona già dal 2015 a massimo carico termico secondo l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata da Regione Lombardia nel settembre 2014 e che è autorizzato ad operare in questo modo fino al settembre 2030, come ha spiegato anche il prof. Campanari il sistema della termovalorizzazione dei rifiuti residuali è ad oggi la tecnologia più avanzata e diffusa anche nei contesti ritenuti più attenti alle tematiche ambientali, come i Paesi del Nord Europa ed ha un impatto estremamente più ridotto rispetto ad altre tecnologie, come il trattamento a freddo. Fintanto che non si riuscirà a ridurre drasticamente la produzione di rifiuti da parte della nostra comunità e ad accrescere significativamente la quota che può essere un effettivo recupero di materia, attualmente pari al 61,9%, il tema della gestione dei rifiuti va affrontata e risolta in modo responsabile e non utopistico. Aggiungo che il progetto, messo a punto dal Politecnico di Milano su richiesta di SILEA SpA, a fronte di prescrizioni chiare da parte di Regione Lombardia, potrà in futuro sfruttare altre forme di alimentazione: gas naturale, biomasse, calore disperso dalle industrie, pompe di calore che utilizzano la differenza di temperatura dell’acqua, solare termico, etc. tutte tecnologie che potranno essere introdotte dovranno essere testate ed analizzate passo dopo passo affinché il sistema possa essere implementato con efficacia”.
Vi è tuttavia la preoccupazione circa l’impatto del termovalorizzatore sulla salute dei cittadini di Valmadrera e dei comuni limitrofi: “Cominciamo a dire che il trattamento e smaltimento rifiuti è tra i settori maggiormente controllati e regolamentati di tutte le attività industriali, oltre che quello a più basse emissioni nocive. – spiega il presidente di SILEA SpA – Per altro, dai dati di ARPA Lombardia, emerge come l’impianto di termovalorizzazione di Valmadrera non solo si collochi ben al di sotto dei limiti di legge, ma sia anche tra i più virtuosi tra quelli che operano in regione, oltre ad essere tra i più recentemente sottoposti a un intervento di totale rifacimento. Quanto alla preoccupazione sull’impatto della salute, è ovviamente condivisa dalla nostra Società. Per questo SILEA SpA, su indirizzo dei Comuni Soci, pur non essendovi un obbligo di legge in materia, ha commissionato uno studio epidemiologico al Dipartimento di Epidemiologia dell’Università di Torino, che opera sotto il coordinamento di ATS Brianza, l’unico organismo pubblico istituzionalmente preposto alla tutela della salute dei cittadini. Tale studio, cosiddetto “di “coorte”, è stato ritenuto da ATS Brianza il metodo di analisi più attendibile ed affidabile per valutare nel tempo gli effetti delle emissioni del termovalorizzatore sulla salute dei cittadini”.