“Un parco delle rovine”: la nuova proposta per Consonno

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Consonno
Consonno

 

LECCO – Riscoprire il valore simbolico e artistico delle rovine: dopo la proposta flop di Dj Francesco, si torna a parlare di Consonno, stavolta a farlo è l’associazione “Monte di Brianza” che mercoledì sera, al circolo Libero Pensiero di Rancio, con l’aiuto di un documentario cinematografico, ha spiegato il suo progetto “Manifesto per Consonno”.

 

Stefano Brambilla, Andrea Marini, Fabio Marino e Davide Traina
Fabio Marino, Andrea Marini, Davide Traina e Stefano Brambilla

 

“Con il manifesto per Consonno abbiamo voluto dare una visione contemporanea della rovina – spiega Stefano Brambilla dell’associazione Monte di Brianza – ovvero un reperto che non necessariamente riguarda epoche passate, ma che risale a un passato recente che dimostra un forte intervento edilizio speculativo non rispettoso del paesaggio e del territorio, poi  fallito per cause proprio legate alla natura stessa della speculazione invasiva e incurante del contesto sociale e ambientale, lasciando una memoria materiale in grado di impressionare l’immaginario collettivo, con un richiamo nazionale e internazionale. Vi è una grande produzione artistica legata a Consonno, come film, documentari, videoclip musicali…si pensi ad esempio alla recente pubblicità girata dalla Bmw, noi abbiamo voluto analizzare questo aspetto dal punto di vista teorico e pratico e cerchiamo di lanciare nuovi metodi di rigenerazione dei luoghi che non ripercorrano errori del passato, ovvero distruggendo e rifacendo, ma riconsiderando l’attuale patrimonio e rigiocandolo puntando sul suo potenziale turistico”.

Davide Traina
Davide Traina

“Consonno è già affasciante di suo – aggiunge Davide Traina – la rovina attira un grande pubblico, quindi sarebbe interessante poter sfruttare la sua fama per creare workshop, serate a tema, momenti musicali. Consonno così com’è potrebbe diventare l’attrazione principale del parco Monte di Brianza, considerando anche il fatto che si trova in un contesto paesaggistico straordinario. Questa idea non è nuova, ma vi sono moltissimi esempi in Europa in cui la rovina è al centro di un parco a tema dove non è solo un passaggio, ma un luogo si sosta e riflessione. L’unica pecca di Consonno è che è una proprietà privata, se fosse stata pubblica oggi forse non avremmo nemmeno bisogno di discuterne”.

Nessuna rivoluzione edilizia, dunque, per i ragazzi dell’associazione Monte di Brianza Consonno rappresenta un’opportunità artistica da valorizzare, a sostegno delle loro tesi, nella sala del circolo Libero Pensiero hanno mostrato un documentario che mostra una proposta simile alla loro portata avanti in Sicilia, regione vittima di una grandissima speculazione edilizia, nella quale si vorrebbero creare “parchi archeologici dell’incompiuto”, sfruttando il valore artistico dei numerosi scheletri di stadi, ospedali, palazzine e strade che sono ancora disseminati in tutta l’isola.

 

La sala del Circolo Libero Pensiero durante la presentazione del Manifesto per Consonno
La sala del Circolo Libero Pensiero durante la presentazione del Manifesto per Consonno

 

Oltre al lato artistico, il valore di Consonno potrebbe stare anche nel suo essere “monito visibile” del danno fatto dall’uomo alla natura, del passaggio violento che l’essere umano ha sulla terra. Per spiegare questo punto, il dottorando in Filosofia Andrea Marini ricorre al forte esempio del campo di sterminio di Auschwitz, oggi convertito in museo e meta di numerosi turisti della memoria: “Enfatizzare la rovina sarebbe un passo per ridare vita a ciò che adesso giace immoto, bisogna ricreare un contesto intorno a Consonno, ricostruire vorrebbe dire andare a cancellare un dolore, mentre ne va lasciata la testimonianza. Rappresenta il lato nero del boom economico degli anni ’60 e ’70 e  paradossalmente anche Auschwitz rappresenta un dolore, è lì a testimoniarne la memoria. Consonno potrebbe diventare il primo caso studio per aprire la strada a numerosi altri esempi presenti in tutta Italia”.

Daniele Vanoli
Daniele Vanoli

“Una proposta simile alla nostra – conclude Stefano Brambilla – è quella realizzata in Alta Valtellina nell’ex sanatorio Morelli, ora convertito in museo dei sanatori. L’idea nel mondo c’è, si tratta di capire come applicarla a Consonno senza ricorrere a nuova cementificazione”.

Ad organizzare la serata di presentazione del Manifesto per Consonno è stato il collettivo “Venerdì sera sono al Libero”, come riferisce Daniele Vanoli: “Abbiamo voluto portare nel lecchese il Manifesto per Consonno, fatto a giugno dello scorso anno dall’associazione Monte di Brianza. Consonno fa parte del nostro territorio e ci piace l’idea di poter condividere ciò che rappresenta per tutti noi, quale fascino esercita e come potrà essere fruibile”.