Una sala fumatori in ospedale: le critiche e le motivazioni della scelta

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Il locale che sarà trasformato in una sala fumatori
Il locale che sarà trasformato in una sala fumatori

 

LECCO – Ci scrive una lettrice: “Buongiorno. Nonostante le segnalazioni e le varie proteste alcuni dirigenti dell’azienda hanno deciso di portare ugualmente a termine il locale fumatori in ospedale.

In un luogo dove il tabagismo dovrebbe essere combattuto, viene creato un locale a doc per loro e per di più nelle sale operatorie, con una spesa non indifferente, completo di impianto filtraggio aria e rifacimento di tutto l’impianto elettrico. Lascio trarre a voi le debite conclusioni”.

La questione, emersa negli ultimi giorni su articoli di stampa, esiste ed è confermata dall’azienda ospedaliera che ne spiega anche le motivazioni di tale decisione.   Secondo quanto riferito dall’ente sanitario (ASST), nei mesi scorsi l’ATS (ex Asl) ha effettuato un sopralluogo per la verifica dei requisiti di accreditamento dell’ospedale Manzoni e presso il blocco operatorio sarebbe stato riscontrato odore di fumo in una sala affianco alla tisaneria ed è stato chiesto di porvi rimedio.

La scelta, dettata anche dal fatto che il blocco operatorio è un luogo asettico e gli operatori e i medici sono costretti a starvi all’interno per lunghe ore, spiegano dall’ASST, è stata presa con l’intento di tutelare il non fumatore dai rischi connessi al fumo passivo e l’integrità dei locali.

Il problema riguarderebbe il personale fumatore, legato ad una dipendenza appunto, quella da tabacco. Per l’azienda sanitaria non sarebbe possibile impedire al suo personale di astenersi dal fumo per tutta la giornata di lavoro, allo stesso tempo è necessario garantire la tutela del non fumatore e degli stessi locali.

Così, come previsto dalla legge e richiesto da ATS, sottolineano dall’azienda ospedaliera, è stato deciso di trasformare quella sala, in una vera e propria sala fumatori con tutti gli accorgimenti necessari per la regolamentazione e la sicurezza. Riguardo al costo, l’intervento si aggirerebbe intorno ai 18 mila euro.

Nel frattempo è anche il sindacato, la RSU ad esprimere “il proprio disappunto in merito alla sala fumatori del blocco operatorio di Lecco. Siamo un’azienda pubblica che cura la salute e non possiamo dimenticare l’evidenza che il fumo provoca il cancro – scrive il rappresentante sindacale Ercole Castelnovo – Invece di aiutare i nostri colleghi a smettere di fumare offriamo loro aree attrezzate per la pausa sigaretta: solo la settimana scorsa nella bacheca del dipendente è stato pubblicato il volantino contro il tabagismo, promosso dall’ATS Brianza in collaborazione con ASST di Lecco, ASST di Vimercate e ASST di Monza”.

“Senza rancore nei confronti di chi fuma – prosegue – la RSU non può accettare che si siano potuti spendere circa 20mila per una sala fumatori a discapito delle tantissime altre priorità ed urgenze di cui il nostro ospedale necessita”.