LECCO – Un corteo più contenuto, colpa della pioggia che ha probabilmente ha fatto desistere in tanti, non c’erano i duecento che il 25 marzo scorso avevano sfilato per le strade di Valmadrera, ma una cinquantina di manifestanti non hanno fatto mancare la propria presenza al secondo corteo contro al Teleriscaldamento e per chiedere la chiusura dell’inceneritore di Valmadrera.
“L’Unione Europea ci dice di spegnere i forni più vecchi e meno efficienti, il nostro è il terzo più vecchio in Lombardia e il settimo più vecchio dei 42 in Italia – denuncia Mauro Dell’Oro, del comitato Rifiuti Zero che ha sabato pomeriggio ha riproposto la protesta – Basterebbero quattro forni per garantire il nostro fabbisogno regionale, ovvero quelli di Milano, Trezzo ,Brescia e Parona che complessivamente bruciano 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti. E se ci dicessero che non si possono spegnere i forni dove è già stato attivato il teleriscaldamento, schiavi di questa tecnologia che li obbliga a bruciare rifiuti , resterebbero accesi solo Como, Milano, Sesto, Bergamo, Brescia e Cremona che trattano 1,5 milioni di tonnellate annue. Abbastanza se pensiamo che nel 2020, con l’aumento della raccolta differenziata, dovremmo produrre solo 1 milione di tonnellate di rifiuti nella nostra regione”.
Eppure il forno di Valmadrera si è visto allungare l’autorizzazione (AIA) fino al 2032 ed è tutt’altro che archiviata la discussione sul teleriscaldamento che vorrebbe trasformare il forno bruciarifiuti in un termovalorizzatore in grado di produrre energia termica dalla combustione dei rifiuti e distribuirla nelle case dei vicini comuni, fino al capoluogo di provincia.
Un progetto ‘folle e dispendioso’ secondo il comitato di cittadini, per ora ‘congelato’ dall’assemblea dei sindaci che vuole rinegoziare con Regione il cronoprogramma degli interventi. Il PD però insiste e dopo un’ultima riunione di partito ha ribadito la necessità per il territorio di portare avanti il teleriscaldamento, pur con i necessari approfondimenti.
“Tutto fumo – secondo Felice Airoldi del coordinamento di cittadini – nelle votazioni poi è chiaro chi è davvero contrario e chi invece favorevole al questo progetto. Mi fanno venire in mente i negazionisti dei forni crematori, poi accusano noi di diffondere conti fasulli, peccato che noi citiamo i dati Ispra, loro quelli di Silea”.
Anche Alberto Anghileri, consigliere comunale lecchese di sinistra, ha partecipato al corteo di Valmadrera e si è detto per nulla sorpreso delle ultime dichiarazioni dei democratici: “Il PD finalmente fa chiarezza tra chi dice di si e chi dice no al Teleriscaldamento. Anche l’ordine del giorno presentato in Comune a Lecco, che volevano condividere coi Cinque Stelle, teneva assieme evidentemente due posizioni opposte tra loro e di fatto è durato solo 48 ore”.
Nel frattempo sono quasi 200 le firme raccolte per l’esposto che il coordinamento probabilmente già questa settimana consegnerà in Procura a Lecco per chiedere di verificare il sussistere di reati come inquinamento ambientale e abuso di ufficio nei confronti di Silea.