Monte Marenzo in lutto, è morto improvvisamente Renato Caroli

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Renato-Caroli
Renato Caroli

Storico presidente della Polisportiva, era stato premiato dalla Figc nel 2019 con la benemerenza sportiva

La sindaca: “Paese addolorato. La notizia della sua morte è stata per tutti un fulmine a ciel sereno”

MONTE MARENZO – E’ venuto a mancare improssivamente Renato Caroli, classe 1960, storico presidente della Polisportiva Monte Marenzo. Una notizia giunta da poco in paese come un fulmine a ciel sereno, lasciando sgomenta un’intera comunità che in Caroli vedeva non solo un punto di riferimento, ma una vera e propria anima dello sport locale.

Caroli, figura storica e amatissima della Polisportiva, era conosciuto ben oltre i confini del paese. Per chiunque abbia avuto anche solo un contatto con il mondo dello sport dilettantistico del territorio, il suo nome era sinonimo di dedizione, passione e impegno instancabile.

“Giovane e giovanile, attivissimo in paese — ha commentato con grande dispiacere per la tragica notizia la sindaca di Monte Marenzo, Paola Colombo — Era appena terminato il Memorial Candido Cannavò – Daniele Redaelli, torneo regionale di calcio che organizzava da tempo in paese e si era preso qualche giorno di ferie prima di riprendere l’attività per la nuova stagione sportiva. La notizia della sua morte è stata per tutti un fulmine a ciel sereno lasciando sconforto e grande dolore”.

Le circostanze della morte restano ancora da chiarire con precisione, ma secondo le prime informazioni, l’uomo sarebbe stato colto da un malore. I soccorsi, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Renato Caroli non era solo un presidente: era un costruttore di relazioni, un uomo capace di fare dello sport uno strumento di crescita e di comunità. La sua dedizione era stata riconosciuta anche a livello nazionale nel 2019, quando, a Roma, in una cerimonia ufficiale all’Holiday Inn Parco De’ Medici, gli venne conferita la benemerenza sportiva della Lega Nazionale Dilettanti per i suoi vent’anni di attività alla guida della Polisportiva Monte Marenzo.

Quel giorno, alla presenza delle massime cariche del calcio dilettantistico italiano — tra cui Gabriele Gravina, Cosimo Sibilia, Vito Tisci e Giancarlo Abete — Caroli ritirò il premio con parole che oggi, più che mai, risuonano come un testamento morale: “Lo ritiro a nome di tutti coloro che lavorano volontariamente nella Polisportiva e nei suoi vari settori. Da quattro anni abbiamo aperto al calcio femminile con le bambine. A maggio si affrontano in un torneo che vede anche le giovanili di squadre come Inter e Atalanta. Lo sport è scuola di vita, i maestri siamo tutti noi con la nostra esperienza e l’esempio, con il tempo dedicato loro e alla struttura perché sia sempre un luogo sicuro e accogliente per i ragazzi, le loro famiglie e il pubblico che partecipa sempre numeroso”.

E ancora, sottolineava con forza il valore educativo dello sport: “Inoltre lo sport è un potente mezzo di inclusione, fondamentale in una società multietnica come quella di oggi. Aiuta a capire le varie culture e ad abbattere ogni tipo di paura: dalla più piccola a quelle più importanti”.

A rendere ancora più significativa quella giornata, le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che aveva voluto sottolineare l’importanza delle benemerenze: “Questa è una delle manifestazioni più sentite nel mondo del calcio. Le benemerenze rappresentano l’onore e la capacità della classe dirigente più vera e viva. […] Per questo occorre alimentare nuove radici e lavorare insieme”.

Ora che Renato Caroli non c’è più, resta il suo esempio. Una traccia profonda fatta di sorrisi, tornei giovanili, allenamenti al freddo, strette di mano sincere e parole semplici ma piene di senso. È venuto a mancare un uomo che ha fatto dello sport una missione quotidiana, senza mai cercare riflettori ma raccogliendo, giorno dopo giorno, la stima e l’affetto di chi gli è stato accanto.

La comunità di Monte Marenzo, e non solo, lo piange in silenzio stringendosi alla moglie e ai due figli. In attesa di sapere quando sarà possibile dargli l’ultimo saluto, resta il vuoto lasciato da un uomo che non si è mai risparmiato. Ma anche l’eredità di un modo di fare sport che oggi appare ancora più prezioso.