Droghe sintetiche, nella retata nazionale anche un derviese

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Pericolose e tossiche girano soprattutto tra i giovanissimi. Sono le nuove droghe sintetiche, smart drugs, difficili da perseguire perché le loro composizioni variano in continuazione ed entrano sul mercato prima che vengano classificate dalla legge come illegali.

La grande operazione dei Nas dei carabinieri di Roma è partita dalla procura di Catania (sostituti procuratori Angelo Busacca e Alessandro Sorrentino), diciannove gli arrestati in tutta Italia tra i quali anche un derviese di 46 anni M.V. con precedenti in ambito di reati collegati agli stupefacenti.

L’uomo è stato individuato a causa dei quantitativi acquistati on line delle sostante messe sotto accusa, shopping ritenuto non ad uso personale ma destinato a una rete clientelare.

L’operazione denominata “oro e incenso” condotta con la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia – procuratore aggiunto Marisa Scavo. Ed ha preso il via da una trentina di episodi di grave intossicazione di giovani negli ultimi mesi. In Italia quindi l’allerta è grande ha spiegato il capo del dipartimento delle Politiche Antidroga del Ministero della Salute Giovanni Serpelloni.

Le smart drugs sono sostanze di sintesi di nuova concezione molecolare, simile alla canapa indiana, commercializzate mediante prodotti destinati apparentemente ad usi leciti come profumi per la casa, ma che manifestano effetti allucinogeni alla stregua delle droghe tradizionali ma più potenti anche del 15%. Appartengono a un settore innovativo sia per la ricerca che produce sempre nuove formule, che per la rete di diffusione spesso legale che utilizza anche i canali internet.

In questo caso le materie prime provenivano dalla Cina, successivamente lavorate e miscelate con altri ingredienti e messe in vendita con nomi di fantasia tipo “Hurricane”, “Orange” come profumatori ed aromatizzanti per ambienti in numerosi negozi fidelizzati in tutto il territorio nazionale. Dalle analisi in laboratorio è emerso fossero contenuti cannabinoidi sintetici (tipo JWH) inseriti in tabella stupefacenti e di sostanze di recente sintesi non ancora tabellate come droghe. Per i primi è stato contestato il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti per le altre la detenzione ed il commercio di sostanze pericolose per la salute (442 C.P.).

Gli articoli non utilizzavano i tradizionali canali di approvvigionamento degli stupefacenti ed erano destinati ad una giovanissima clientela ben consapevole dell’azione pisco-attiva dei prodotti, sia su passaparola che in commenti su forum on-line e siti web.

Grazie anche al supporto dell’Ufficio Antifrode Centrale dell’Agenzia delle Dogane sono state monitorate le direttrici d’importazione e le movimentazioni internazionali del traffico, estendendo le indagini, anche tecniche, fino ad accertare le modalità di vendita al dettaglio.

Dodici gli esercizi di vendita sequestrati nelle province di Alessandria, Asti, Bologna, Campobasso, Frosinone, Padova, Reggio Emilia, Roma, Torino, e Vicenza, nessuno nel lecchese. Il valore commerciale delle strutture e dei prodotti in deposito oggetto di vincolo penale supera 1,5 milioni di euro.

Oscurato pure il sito web dell’azienda torinese con sede in Repubblica Ceca, ritenuta capofila del traffico.