Morta nel lago, il toccante ricordo di Maria Cristina Janssen: “Eri piena di vita”

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Maria Cristina Janssen

Gli inquirenti al lavoro per far luce sulla morte della psicologa-scrittrice

Le parole commosse della Rete solidale e antirazzista Piombino: “Intelligente, empatica, colta, capace di spendersi”

LECCO – Era tornata a vivere a Milano dalla fine del 2022 la nota psicologa-scrittrice Maria Cristina Janssen trovata morta a Lecco, in fondo al lago nella sua auto. La donna, 67 anni, di origini milanesi, madre di due figli, nel 2006 si era trasferita a Campiglia Marittima (Livorno) per fare ritorno a nella sua Milano alla fine del 2022.

Resta ancora un mistero la sua morte: nella mattinata di lunedì il ritrovamento del suo corpo senza vita nel lago vicino al campeggio di Rivabella a Lecco. Alcuni operai al lavoro in zona hanno notato delle luci provenire dal fondo del lago, erano quelle della Fiat Panda che giaceva sommersa e dentro c’era la donna.

Nessuna ipotesi al vaglio degli inquirenti viene esclusa, tutte le strade rimangono aperte, si attendono gli esiti dell’autopsia per cercare di chiarire i contorni di una vicenda che lascia senza risposta ancora molto domande.

Intanto è grande il dolore per la perdita di una donna che accanto all’attività di psicologa, aveva intrapreso anche la strada di scrittrice: tra i suoi libri “Nora”, la storia di una giovane operaia metallurgica, che agli inizi del ‘900 lavora a Piombino alla Magona d’Italia; e ancora il romanzo ”I rami e le foglie”. Di seguito riportiamo il ricordo sentito della Rete solidale e antirazzista Piombino.

“Buon viaggio Cristina.
La morte di Maria Cristina Janssen ci sgomenta profondamente.
E’ stata un’amica preziosa, una protagonista insostituibile nell’attività sociale e politica della Rete solidale e antirazzista.
Intelligente, empatica, colta, capace di spendersi in prima persona nella solidarietà verso i migranti, le donne, gli ultimi.
Nell’accoglienza dei profughi afghani e ucraini ha coltivato rapporti umani che andavano oltre la gestione quotidiana delle attività, consapevole di avere di fronte persone con cui stringere rapporti di amicizia e scambio culturale alla pari.
Maria Cristina era anche una scrittrice appassionata sui temi del riscatto femminile e della solidarietà di classe espressa dai movimenti operai nei momenti più difficili degli scioperi del secolo scorso, con l’accento sulle storie dei piccoli accolti, grazie ai “treni dei bambini”, in famiglie che li potessero sostentare durante le serrate degli stabilimenti e le lotte dei braccianti nelle campagne del sud.
Una persona piena di vita e di tante storie… Ed è così che la vogliamo ricordare”.