Lecco, l’ultimo saluto a Jennifer. Il Prevosto ai suoi amici: “La felicità non sta in un like, vivete anche per lei”

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La mamma: “È dura Jenny, avrei solo bisogno di un tuo abbraccio”

Sul sagrato della Basilica i mazzi di girasoli e i palloncini rosa e bianchi liberati in aria dagli amici

LECCO – La mamma di Jennifer è seduta accanto alla bara della figlia, coperta di rose rosse e bianche, i suoi occhi non smettono di fissare la foto sorridente della 13enne nemmeno per un istante. Il papà, all’esterno della Basilica, accoglie e abbraccia chi è arrivato per dare l’ultimo saluto alla sua bambina.

Jennifer Alcanirimasta coinvolta nell’incidente stradale del 10 gennaio ad Abbadia – ha lottato, nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale Manzoni, sospesa per sei giorni fra la vita e la morte. Non ce l’ha fatta, si è spenta giovedì pomeriggio lasciando l’intera città sotto shock.

Jennifer Alcani

 

È monsignor Bortolo Uberti, a rompere il velo di silenzio nella Basilica gremita: “Siamo in tanti qui, insieme, attorno a Jenny, attorno alla sua famiglia. Siamo qui non per un ultimo saluto, ma per dire che sarà sempre con noi”. Le prime parole del prevosto sono state per i genitori della ragazzina, che avrebbe compiuto 14 anni il prossimo aprile: “Non c’è perché a una vita che si spezza nella sua primavera, ma siamo qui per chiedere a Dio di dire a Jennifer quelle parole che Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Non avere paura, coraggio’. E queste parole sono rivolte alla sua mamma, al suo papà, a tutti noi. Mettiamo Jenny nelle mani di Dio, perché la coccoli, la custodisca”.

Il monsignore ha rivolto poi il suo appello all’intera comunità: “Questa vicenda e il volto di Jenny parlano a tutti, oggi sentiamo il vero significato del proverbio ‘per educare un bambino ci vuole un intero villaggio’. È necessario tessere reti di relazioni, sinergie, alleanze educative. Jenny ci dice che una famiglia da sola può non bastare – continua -. È urgente che si crei un’alleanza tra famiglie, scuole, comunità per accompagnare questi ragazzi”. La vicinanza della città ai genitori di Jennifer è stata espressa anche dalla presenza ai funerali del sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni. 

Monsignor Uberti ha lasciato per ultimo, nella sua omelia, il profondo invito rivolto ai giovani riuniti in chiesa, agli amici e compagni di scuola della 13enne: “Non vi rimanga solo il ricordo di Jenny, la sua vita diventi un messaggio per ciascuno di voi, vi resti una domanda: ‘Ho consapevolezza che la vita è un dono bellissimo e fragile?’. All’età di Jenny la vita sembra immortale. Ma la vita non è un video sui social, non è un reel, che ricomincia sempre da capo; la vita è unica, la dovete custodire, la dovete rendere meravigliosa. Dovete chiedervi: ‘Questa cosa perché la faccio? Per chi? Come cerco la felicità?’. La felicità non sta nell’apparenza, nei follower, nei like; la vita vera è quando navigate insieme verso il porto che sognate. Bisogna imparare a distinguere il reale dal virtuale. – aggiunge – Sarebbe facile dire che Jenny è stata sfortunata, sì è stata una disgrazia, ma chiedo a tutti voi ragazzi di non pensare ‘io non sarò sfortunato’. Fareste un torto a Jennifer. Jenny ci lascia un compito, vivere anche per lei. Solo così questo momento diventa una promessa e il ricordo diventa un progetto di vita, allora Jennifer non se ne andrà, ma vi accompagnerà ogni giorno”.

È la mamma della 13enne a rivolgere le ultime parole alla figlia dall’altare: “È dura Jenny, è dura in questo momento, avrei solo bisogno di un tuo abbraccio, mischiato al tuo profumo che restava addosso come la tua anima. Trovo la forza solo nell’amore immenso che ci ha legate. Piccola stellina, la morte può dividerci fisicamente, ma so che in queste giornate in cui tutto mi crolla addosso tu ci sei. Se solo potessi rivederti per cinque minuti ti direi ‘grazie’. Il tuo cuore ha smesso di battere, ma il mio non smetterà mai di cercarti, vivrai per sempre dentro me e papà”.

Un lungo applauso accompagna Jenny all’esterno della Basilica di San Nicolò. Un lungo silenzio poi ricopre di nuovo tutto. Sono i suoi amici, abbracciati e con le mani strette, a lasciar volare via i palloncini rosa e bianchi.