Sono cinque le persone arrestate a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura
Sono accusati di aver messo a segno 47 furti nel Meratese da novembre in avanti: gli investigatori hanno ricostruito il loro modus operandi incastrandoli
MERATE – Verranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia domani, venerdì, le cinque persone arrestate tra martedì e mercoledì dai carabinieri della compagnia di Merate nell’ambito di un vasto e articolato lavoro di indagine che ha permesso di sgominare una banda di ladri, accusati di aver messo a segno più di 40 furti a partire da novembre in diversi comuni del Meratese e della vicina bergamasca.
Partite dalle segnalazioni dei residenti che avevano individuato delle auto sospette, le indagini fatte di appostamenti, intercettazioni e controlli hanno permesso alla fine di incastrare la banda di ladri. Un lavoro meticoloso confluito nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica di Lecco, in cui è stato anche ricostruito il modus operandi dei cinque arrestati che, in questi mesi, si sono avvalsi anche del supporto di altre persone, nei cui confronti non è stato però disposto un provvedimento di restrizione della libertà personale.
È cosi emerso il ruolo di palo, o meglio di accompagnatore di D.A, 56 anni, domicilio a Vaprio d’Adda, ex guardia carceraria che, in base al quadro accusatorio redatto dagli investigatori, avrebbe accompagnato i complici in giro per i paesi in cui venivano messi a segno i colpi occupandosi poi di recuperarli per strada o vicino ai campi utilizzati per la fuga, per tornare nei diversi domicili utilizzati come tane. Un meccanismo affinato e oliato che i carabinieri hanno però interrotto con il blitz messo a segno l’altro ieri con l’arresto di tre componenti della banda fermati in autostrada, poco prima di Verona, mentre erano in procinto di andare all’estero. Gli altri due destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono stati invece sorpresi nel cuore della notte in uno dei domicilio a Canonica d’Adda.
I cinque arrestati dovranno rispondere, tre dal carcere di Verona e due da quello di Bergamo, alle domande del Gip Paolo Salvatore. Nominati come difensori d’ufficio gli avvocati Andrea Artusi (che difende l’unico italiano coinvolto) , Elena Barra, Giuditta Candiani e Alessandra Carsana.